Tutto si può fare, «tranne i miracoli». E per ottenerlo basta toccare i tasti giusti. I rapporti borderline con i rappresentanti di enti locali e pubbliche amministrazioni sono tasselli importanti del mosaico costruito dalle ’ndrine per fare soldi nel settore dell’energia eolica. Alcuni elementi sono stati registrati nelle inchieste della Dda di Catanzaro, riportati anche nelle ultime relazioni della Direzione investigativa antimafia. Le conferme, adesso, arrivano dall’operazione “Via col vento” della Distrettuale antimafia di Reggio sfociata in tredici misure cautelari intrecciate sull’asse degli affari sporchi delle cosche Paviglianiti di San Lorenzo e Bagaladi (Rc), Mancuso di Limbadi (Vv), Trapasso di Cutro (Kr) e Anello di Filadelfia (Vv). Perché nel fascicolo non entra soltanto il sindaco di Cortale, Francesco Scalfaro, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver chiesto tre assunzioni in cambio di un trattamento di favore nell’iter per la costruzione di un “bypass” dal quale far transitare i camion diretti al parco eolico di Amaroni.
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