Le ricerche del killer che domenica pomeriggio, sull’arenile del lido “Il Gabbiano” di Nicotera Marina, ha freddato con cinque colpi di pistola il 45enne Francesco Timpano, continuano a tutto campo.
E per l’omicida (già identificato) le ore sono contate, nonostante finora non si sono avuti risultati concreti. Comunque sia le indagini, coordinate dalla Procura di Vibo e condotte sul campo dai Carabinieri della Compagnia di Tropea e del Comando provinciale, vanno avanti a ritmo serrato. La pista più battuta continua ad essere quella che allaccia l’omicidio di domenica a dei fatti di sangue verificatisi lo scorso 11 maggio tra Limbadi e Nicotera. Quel venerdì pomeriggio, il 32enne Francesco Olivieri, deciso a vendicare l’omicidio di un suo fratello avvenuto oltre vent’anni fa, mise nel mirino della sua doppietta una lunga lista di persone. Il suo raid violento provocò tre feriti a Limbadi e due morti a Nicotera. Tra gli obiettivi da colpire, per come ammesso dallo stesso Francesco Olivieri davanti al gip Gabriella Lupoli, c’era anche Francesco Timpano salvatosi perché non trovato in casa.
Tutto questo potrebbe dir tanto così come potrebbe non avere alcun significato. I collegamenti tra le due vicende, infatti, sono tutti da dimostrare. Gli inquirenti, in ogni caso, anche se tendono ad inquadrare l’omicidio di domenica scorsa come un fatto prettamente locale, non danno nulla per scontato e, di certo, non trascurano nessun’altra ipotesi investigativa. Di sicuro, a supportare il lavoro ci sono la testimonianza della moglie della vittima, che potrebbe aver visto in faccia il killer che ha agito a volto scoperto, nonché le immagini delle telecamere a circuito chiuso di cui è dotato il lido.
Intanto, nessuna notizia ancora per quanto riguarda l’esame autoptico. Il sostituto procuratore Luca Ciro Lotoro, titolare del caso, non avrebbe ancora fissato il giorno per la necroscopia dalla quale, comunque, non dovrebbero arrivare indicazioni determinanti. Da sottolineare il disorientamento esistente in città. La collettività continua a denunciare lo stato d’abbandono del territorio e punta il dito contro le istituzioni competenti in materia di sicurezza incapaci di dare risposte alle esigenze del comprensorio.
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