Chiunque accederà in città attraverso il viadotto Bisantis sarà a conoscenza del divieto di transito in vigore sui quasi 500 metri di ponte ai mezzi pesanti che superano le 3,5 tonnellate. Già da ieri, infatti, i tabelloni che campeggiano lungo la Statale 280 avvisano gli automobilisti del limite che è stato posto già da quasi un anno ma per il quale ora l’Anas ha provveduto a una divulgazione ben più efficace di quella fatta sino a qualche giorno addietro, quando soltanto dei cartelli stradali – ormai anche un po’ malconci in verità – sistemati nei pressi dell’imbocco della struttura e degli accessi cittadini avvisavano della limitazione al transito.
Al di là dell’aspetto divulgativo, si tratta di un provvedimento frutto della necessità di garantire lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione del viadotto senza le vibrazioni ai cavalletti che dei mezzi pesanti finirebbero per trasmettere, creando dei fastidi non da poco agli stessi operai che sono tornati all’opera già da qualche giorno. A distanza di pochi giorni dal vertice tra Comune e Anas a Palazzo De Nobili, ieri il prefetto Francesca Ferrandino ha riunito la sezione “Territorio, ambiente e infrastrutture” della Conferenza provinciale permanente volto a mettere sul tappeto lo stato di salute delle infrastrutture della provincia, a quasi dieci giorni dalla tragedia avvenuta a Genova, dove è crollato il ponte autostradale Morandi (progettato dallo stesso ingegnere del Bisantis). L’incontro – integrato con il sindaco Sergio Abramo, il presidente della Provincia Enzo Bruno, il capo dipartimento Protezione civile regionale Carlo Tansi e un rappresentante del dipartimento regionale Infrastrutture – ha visto la partecipazione del coordinatore territoriale Anas Calabria, del comandante provinciale dei Vigili del fuoco e dei rappresentanti delle forze di polizia e dei sindaci di Gimigliano e Stalettì (centri dove vi sono altre strutture “sotto i riflettori”).
Il focus sul Bisantis ha confermato l’assenza di criticità per la percorrenza, con la sola prescrizione, sottolineata dal coordinatore territoriale Anas, dell’interdizione al traffico pesante che oltre ai camion con massa superiore alle 3,5 tonnellate non possono transitare bus locali e regionali oltre i 190 quintali. Prescrizione che peraltro vige dal 24 novembre 2017 e che durerà intanto fino al 25 novembre prossimo. Il rispetto del divieto sarà fatto rispettare attraverso serrati controlli mentre Anas ha assunto l’impegno di conferire il massimo risalto ai contenuti di tale ordinanza, anche su pannelli fissi e mobili lungo gli snodi strategici e comunicando la viabilità alternativa che coinvolgerà la Provincia. A fine settembre, la Conferenza permanente si riunirà di nuovo per valutare le ulteriori misure da adottare in vista del secondo lotto di lavori che partirà a ottobre sul Bisantis.
Morandi o Bisantis?
Di “ballerino” c’è solo il nome
Ponte Morandi o Bisantis? I catanzaresi sanno bene che si sta parlando della stessa struttura che campeggia sulla Fiumarella. Ma non sono pochi a restare comunque confusi di fronte alla doppia identificazione che spesso si dà al viadotto. Il nome ufficiale, dal 2002, è quello legato a Fausto Bisantis, il presidente della Provincia la cui amministrazione, nei primi anni Cinquanta, decise di costruire un nuovo accesso al centro storico. La struttura venne progettata dall’ingegner Riccardo Morandi (lo stesso dell’omonimo ponte crollato a Genova il 14 agosto), un luminare dell’epoca capace di realizzare ardite strutture in tutto il mondo. Inaugurato nel 1962, il viadotto ad arcata unica venne sempre indicato come ponte sulla Fiumarella o, appunto, ponte Morandi. Nome che ha mantenuto fino al 2002: nel 40. anniversario della sua inaugurazione, infatti, venne dedicato a Bisantis, il nome che, dunque, lo accompagna ormai da sedici anni.