La classifica, il cammino percorso finora, l’entusiasmo che in città si respira ogni giorno, la qualità dell’avversario, uno stadio tutto esaurito. Como-Catanzaro è un big match, uno dei tanti che i giallorossi sperano di affrontare, vivere e magari anche vincere ancora a lungo, ma al di là di qualsiasi considerazione e proiezione, è pure l’unico incontro che vale in un torneo nel quale il segreto è l’averlo declinato rigorosamente al presente. Insomma, il ciclo di ferro contro cinque squadre in posizione playoff va sezionato una partita alla volta. L’obiettivo dichiarato resta la salvezza anche se per punti ottenuti, espressione di gioco e Dna di un gruppo incapace di speculare e accontentarsi, le Aquile possono osare anche su un campo difficile come il “Sinigaglia” a patto di mantenere l’umiltà, lo spirito di sacrificio e le attenzioni che le hanno agganciate alle frequenze più alte. I lombardi hanno un club ricco e ambizioni a livello del portafoglio. Il Catanzaro ha solidità e idee che stanno facendo la differenza, perché i soldi non segnano e non c’è nessuno più di Iemmello e compagnia che possa dimostrarlo. Tanto più oggi, in una sfida circondata dalle attese delle giornate campali per una piazza che si sposta in massa - abbondantemente oltre il migliaio - dalla Calabria, dal Nord, dalla Svizzera: «E questo ci aiuta tantissimo, è un entusiasmo che avvertiamo, fa sentire importanti i ragazzi, forti, con le spalle coperte, dà carica e benefici». Contesto ambientale a parte, al tecnico abruzzese interessa soprattutto il discorso tecnico-tattico, il confronto sul terreno qui e ora: «Pensiamo solo ed esclusivamente a questa gara, non al passato, né al futuro, per proiettarci all’incontro con la testa giusta». Tradotto: le tre vittorie di fila sono roba vecchia, eventuali fughe in avanti nulla di concreto. La concretezza è lo spessore del Como, che «individualmente è una delle formazioni più forti del campionato, paragonabile al Parma contro cui ha giocato alla pari, ha calciatori fisicamente e tecnicamente superiori alla media, importanti per la categoria e con un allenatore che ha già vinto il campionato di B. Ne abbiamo grande rispetto, per cui dobbiamo essere molto bravi perché loro curano molto la fase difensiva e ogni dettaglio nelle pressioni, ne siamo consapevoli, di conseguenza bisogna essere imprevedibili, riuscire a sviluppare ciò che sappiamo nel migliore dei modi». Catanzaro con il 4-4-2 di base che poi cambia a seconda dei movimenti dei singoli e delle necessità richieste dalle varie fasi in cui si srotola la partita. È probabile la conferma di dieci titolari degli undici che hanno battuto la Feralpisalò. L’eccezione? Krajnc al posto di Veroli come terzino sinistro: il ventinovenne sloveno «ha recuperato e sta benissimo». Veroli l’ha sostituito a dovere, però l’esperienza di Krajnc non ce l’ha ed è per questo che quest’ultimo pare favorito. Possibili sorprese? Non sono da escludere (Vivarini mai si sbilancia), ma Sounas può essere confermato da esterno destro di centrocampo e Donnarumma, dopo i segnali positivi di una settimana fa, più gioca dall’inizio e meglio è. Dopotutto, il tandem composto dal 99 e da Iemmello può trasformarsi in una garanzia. Quei due certe altitudini le hanno già frequentate e dovrebbero sapere come evitare le vertigini.