La pausa arriva al momento giusto. Prestazioni a parte, tre sconfitte consecutive non possono non pesare. Sarebbero state difficili da gestire in Serie C, figurarsi al piano superiore, dove il Catanzaro non potrà mai essere una spanna più forte delle altre. Anzi, guardando gli organici delle tre squadre che l’hanno battuto in queste due settimane, i risultati sono da un certo punto di vista pure naturali.
Se invece si analizzano il modo di giocare e le complicazioni che i giallorossi hanno causato agli avversari, gli zero punti raccolti sono troppo pochi. Non tanto con il Como, ma con il Modena e il Venezia sì. L’incontro con gli emiliani è ormai passato remoto, quello con i veneti no. È vero che la squadra di Vanoli ha costruito occasioni in serie per allargare il divario nella ripresa: senza Fulignati e un po’ di fortuna (delle Aquile) e imprecisione (degli avversari) il ko non sarebbe stato di misura (2-1), ma va pure detto che il salvataggio di Altare sul sinistro a botta sicura di Brignola, nel recupero, ha frustrato i tentativi in forcing per il pari.
Gli errori che hanno regalato i gol al Venezia sono stati evidenti, come ha sottolineato anche Vivarini dopo l’incontro. La personalità con cui il Catanzaro si è espresso al “Penzo” pure. Reti incassate a parte, il primo tempo è stato da applausi per la capacità di gestire il pallone nell’altra metà campo. Il Venezia non è mai riuscito a pressare alto, ha dovuto limitarsi a difendersi in zone basse del campo e spesso non ha trovato contromisure al dominio in mezzo dei “ragazzini” Ghion e Pompetti. Quei due Vivarini non li aveva mai schierati insieme dall’inizio: considerando la loro prova di coppia, lo rifarà presto, perché tutti e due hanno garantito qualità e quantità.
Il gol di Ghion finirà nelle classifiche dei più belli della giornata e del girone d’andata, ma è la cosa che fa meno notizia, perché sulla carta sia lui che il compagno di reparto partivano sfavoriti rispetto al tandem americano-veneziano composto da Busio e Tessmann.
Altri spunti positivi per Vivarini: Stoppa non è più una sorpresa, magari subisce la fisicità degli avversari, però nel dribbling – sull’esterno sinistro o da seconda punta – è uno che fa ammattire chiunque; Krajnc se l’è cavata in difesa senza far rimpiangere lo squalificato Scognamillo; Situm è rientrato dopo quasi due mesi e si è rivelato immediatamente fondamentale per la manovra: il croato non poteva essere al top, ma da falso terzino destro che fa un po’ l’ala, un po’ la mezzala e un po’ il trequartista è importante e ha un’esperienza che né Katseris, né Oliveri possiedono.
Il Catanzaro è mancato nella finalizzazione e in rifinitura, però su questo piano non potevano non pesare l’assenza di Donnarumma per infortunio e l’utilizzo a mezzo servizio (anche meno) dell’acciaccato Biasci. In fin dei conti, perdere a Venezia può starci. Di sicuro i giallorossi non hanno perso la faccia e con la sosta possono rimettere tutte le cose al proprio posto. Fermarsi ora può e deve essere salutare. Poi sarà derby.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia