La gioia per il primo gol in Serie B è stata smorzata dal risultato negativo. La bellezza del gesto di Andrea Ghion – un destro di prima sotto l’incrocio, potente e preciso – rimane intatta e viene apprezzata anche a giorni di distanza sui social. «Il gol mi mancava e lo cercavo da settimane. Ci stavo lavorando, è stato liberatorio e una grande emozione anche per la sua fattura, ma questo non ha diminuito la delusione nello spogliatoio, la cosa più importante era il risultato». Per qualità complessiva, il timbro di Venezia se la gioca con quello dell’anno scorso al Giugliano: segnerà poco, ma quando centra la porta fa solo reti molto belle. Insomma, Ghion si sta confermando ad alti livelli. Fra i migliori play della terza serie l’anno scorso, in questo torneo Andrea continua a essere il fulcro dei giallorossi, l’uomo che li fa girare cucendo l’impostazione dal basso e lo sviluppo in avanti dell’azione. Anche a Venezia, contro avversari più esperti e grossi, ha dettato legge. La prima esperienza cadetta – due stagioni fa a Perugia – non era andata granché. Questa invece ha un segno opposto: «Rispetto ad allora mi sento migliorato, forse in Umbria ero ancora acerbo. Qui la fiducia della società e dell’allenatore è diversa e quando vado in campo la sento tutta». Ghion è il perno del centrocampo, gli altri (Verna, Pontisso, Pompetti) ruotano attorno: «Ognuno ha caratteristiche diverse, ma sostanzialmente non c’è differenza, io mi trovo bene con tutti e tre», ha spiegato il ventitreenne in prestito dal Sassuolo per il secondo torneo di fila. Le tre sconfitte consecutive fanno male, soprattutto perché il Catanzaro non è stato messo realmente sotto da nessuna delle avversarie che l’hanno sfangata, Como, Modena e Venezia: «Stiamo attraversando un periodo di flessione e ci può stare, la B è molto competitiva e paghiamo ogni errore che facciamo, ma ci stiamo lavorando. Subisco tanti falli? Il campionato è fisico, gli avversari hanno capito come affrontarci e vengono a prenderci uomo contro uomo – ha sottolineato il numero 18 –. Ogni squadra ha il suo modo di giocare e noi dobbiamo tenere botta quando vengono allo scontro, ma lo sapevamo. Cosa ci manca? Arriviamo davanti e non ci muoviamo più nella maniera fluida di prima, però risolveremo i dettagli senza snaturarci e in questa settimana di pausa possiamo capire come e dove migliorare (ieri lunga sessione video prima di esercizi di potenziamento in palestra, ndr). Dobbiamo stare tranquilli, pensare solo a questo e a preparare il derby per vincerlo». Per battere il Cosenza, il Catanzaro non potrà affidarsi solo al gioco. Avrà bisogno di carattere, pazienza, grinta: «E la malizia nel capire i momenti di una partita. Con il Modena, per esempio, da una traversa nostra abbiamo subito il gol. Con il Venezia eravamo sull’1-1 e abbiamo preso una rete evitabile ormai all’intervallo. Sono i dettagli che in questa categoria fanno la differenza». A maggior ragione in un derby, il più sentito dalle due piazze: «Forse è la partita più importante del campionato, la spinta del nostro pubblico ci darà una grossa mano. Un sogno? Segnare sotto la “Capraro”, visto che non ci sono ancora riuscito. Sarebbe l’apoteosi».