Le vie del gol per vincere il derby. Il Catanzaro può batterne tante. Dal principe degli attaccanti ai difensori centrali, dall’esterno di centrocampo ai mediani. Il secondo reparto offensivo più prolifico del campionato (insieme alla Cremonese e dietro il Parma) è una garanzia in termini di regolarità e varietà. È, soprattutto, il prodotto della continuità di un lavoro iniziato due anni fa. Regolarità perché nelle prime tredici partite il Catanzaro è rimasto a secco solo tre volte. All’esordio di Cremona, dove la squadra si è presentata con l’attacco spuntato (Donnarumma appena arrivato, Ambrosino infortunato) e a mezzo servizio (Iemmello rientrato da poco da un infortunio): un paio di occasioni nitide le ha avute, ma se vogliamo ha pagato lo scotto del noviziato al debutto in una categoria nuova. Gli altri due “zero” sono stati certificati contro il Parma, in una gara che fa storia a sé, e a Como, dove nonostante le difficoltà, nel finale Pompetti ha costretto il portiere avversario a deviare sulla traversa una punizione.
Insomma, il problema del gol abita da altre parti, non nello spogliatoio giallorosso. Molteplicità perché il Catanzaro ha saputo segnare in modi diversi e con diversi marcatori, trovando risorse da quasi tutti i reparti. Cominciamo dalle punte: Biasci ne ha fatti tre, in area (Ternana e Feralpi) o da fuori (Spezia), sempre al “Ceravolo”; Iemmello ha sorriso in esterna, dentro l’area del Lecco a Padova e da 35 metri a Bolzano; gli ultimi 16 metri sono stati terreno fertile per Donnarumma (Lecco e rigore col Cittadella) e Brignola, che ha permesso alle Aquile di sbancare Marassi e fa parte del plotone di centrocampisti a rete. Ghion è stato l’ultimo a inserirsi in questo pacchetto con il destro al volo di Venezia; Pompetti l’aveva fatto di sinistro, dalla distanza, contro lo Spezia, Verna ha nel bagaglio due inserimenti vincenti con il Lecco e il Bari, dove aveva trovato gloria anche Sounas di testa, certo non la specialità del greco, dunque altro segnale della varietà di colpi possibili.
Vandeputte è un caso a parte, nel senso che è un centrocampista solo teorico visto che parte da esterno, ma fa pure il trequartista, l’ala, la seconda punta. Infatti è il capocannoniere della squadra con cinque centri distribuiti fra il rigore alla Ternana, il blitz sul secondo palo al Lecco, il tiro-cross ingannevole alla Samp, il destro dal limite alla Feralpi e quello al volo rifilato al Modena. Il belga è stato inserito dalla Lega B nel terzetto che duella per il titolo di Mvp di ottobre con Diaw (Bari) e Man (Parma).
All’appello mancano solo un difensore, magari con una rete direttamente su calcio da fermo, angolo o punizione non cambia. Brighenti è stato il centrale ad andarci più vicino (a Bolzano su corner), Scognamillo l’altro che ci sa fare nell’area altrui, come dimostrano i tre gol segnati nello scorso campionato. In B nessuno dei due è fisicamente superiore agli avversari come succedeva in C, ma la bravura nel gioco aereo e il timing giusto ce l’hanno. Vivarini e il suo staff producono schemi a ripetizione per provarci, serve solo trovare il momento giusto per colpire. E non c’è niente di meglio del derby per riuscirci. Le vie del gol del Catanzaro sono tante e non le ha ancora esplorate tutte.
Ieri doppia sessione di allenamento: mattinata a Giovino (in palestra), pomeriggio a Soverato alla presenza anche del presidente Noto. Ghion e Donnarumma ancora a parte.
Catanzaro, le vie del gol sono infinite
Solo tre volte le Aquile sono rimaste a secco, ma manca ancora la rete di un difensore. La squadra giallorossa può contare sul secondo attacco del campionato dietro solo al Parma
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