Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

Catanzaro-Vivarini, due anni di vittorie

Due stagioni piene così... di vittorie, spettacolo, risultati, soddisfazioni. Dal Foggia battuto al “Ceravolo” al Palermo sconfitto in trasferta, Vincenzo Vivarini si è ritagliato un posto speciale nella storia del Catanzaro. Due anni fa oggi, il 5 dicembre 2021, l’allenatore abruzzese ha diretto la sua prima partita in giallorosso: 2-0 al Foggia del maestro Zeman. Da lì non si è più fermato in un contesto spinto dalla corrispondenza perfetta fra tecnico, staff, giocatori, club, tifosi: il 2-1 rifilato al “Barbera” a una pretendente alla promozione, venerdì sera, è stato il degno festeggiamento di un abbraccio lungo e ricchissimo. Al “Ceravolo” si sogna a occhi aperti, si è abituati al bel gioco sempre e comunque, il palato è diventato più fino di quanto già non lo fosse in una piazza che viveva dei ricordi della A, ma che non frequentava da un pezzo il calcio che conta. È tornata a farlo con un’idea costruita passo dopo passo dal cinquantasettenne abruzzese. Quell’idea che ha conquistato tutti: su Instagram gli hanno dedicato una pagina («Vivarinismo»), dalle tribune dello stadio lo acclamano dopo ogni successo (quindi molto spesso), in giro per la città l’hanno adottato – e lui si è fatto adottare – anche se di carattere è un po’ schivo e, appena può, prende i suoi cani e va a caccia con un gruppo di amici del posto che ne condivide la passione. Più volte Vivarini ha espresso il suo amore per il club: «Quando ero un calciatore guardavo con simpatia e tifavo per le provinciali che davano filo da torcere alle grandi, il Catanzaro di Palanca era uno di questi». Più volte è rimasto a bocca aperta per lo show che i tifosi hanno messo su in casa e in molti altri stadi d’Italia, dall’apoteosi promozione di Salerno (dov’erano diecimila) al soldout del derby passando per i pienoni nei settori ospiti di Serie B. Sul ritorno di questo entusiasmo Vivarini ha grandi meriti: «Qui c’è una passione che va solo ravvivata», aveva spiegato appena arrivato in giallorosso. Detto e fatto grazie a un calcio di respiro europeo, orientato a dominare per arrivare al risultato. Come Zeman, ma meglio di Zeman, perché il suo Catanzaro segna tanto senza dimenticare l’equilibrio tattico. I numeri di Vincenzo Sono dello stesso livello dell’espressione di gioco. In questi due anni è stato in panchina per 88 partite in tutte le competizioni, fra tornei di C e B, Coppa Italia di C e maggiore, Supercoppa di C: ne ha vinte 57, cioè quasi il 65%, ne ha pareggiate 16 e perse 15. La media punti sarebbe di 2,12 a gara. Se aggiungiamo anche il saldo fra reti segnate e subite la cima è pure altissima: +106 per differenza reti, 181 quelle realizzate, 75 quelle incassate. Rimanendo solo ai campionati, uno e mezzo di C, quasi un’altra metà fra i cadetti, gli incontri sono stati 74, i successi 51 con 13 pareggi e 10 sconfitte, le reti all’attivo 163, quelle al passivo 56, differenza di +107, media punti di 2,24 con 2,20 gol a partita. Roba mostruosa in una piazza che non era più abituata alle vittorie e che ha avuto il beneficio di rifarsela in fretta, questa abitudine. Il quarto posto attuale fa sorridere anche Vivarini, però di sicuro non gli basta. È un perfezionista e non si accontenterà.

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