La squadra con il secondo miglior attacco del campionato comincia ad avere numeri difensivi all’altezza della sua posizione in classifica. Il Catanzaro cresce e migliora grazie a solidità ed equilibrio ormai evidenti. Ricordate gli otto gol subiti in due partite fra la quarta e la quinta giornata? Bene, dimenticateli, nel senso che da allora le Aquile hanno dimostrato di essere di tutt’altra pasta.
Spettacolari sì, come sempre, ma senza eccessi: Vivarini l’aveva promesso, è servito del tempo, sono stati indispensabili alcuni accorgimenti e si è ovviamente rivelato necessario l’apporto di chi gioca (non solo i difensori o il portiere), ma i risultati sono finalmente sotto gli occhi di tutti.
Contro il Pisa Fulignati ha chiuso la sua sesta partita senza incassare reti, la seconda nelle ultime tre giornate coincise con altrettante vittorie. Meglio dell’estremo giallorosso hanno fatto soltanto i colleghi della Cremonese e del Como, con sette “clean sheet”, quindi la differenza è minima, ma per il momento il ventinovenne ha eguagliato i portieri del Parma e del Venezia (sei pure loro) e superato quelli del Palermo, del Modena e del Cittadella (cinque), giusto per rimanere nell’ambito della zona playoff.
Decisivo contro i toscani così come lo era stato a Palermo (sul gol di Stulac non avrebbe potuto farci niente), Fulignati insegue solo Bardi della Reggiana per numero di parate, è fra i primi per uscite oltre a dare tante altre cose nella fase di impostazione.
Di fronte a lui Vivarini ha trovato la quadratura del cerchio con i centrali Scognamillo e Brighenti, mostruosi nelle ultime tre uscite e ben supportati dagli esterni bassi (Katseris e Veroli, contro il Pisa Krajnc). Non solo, i mediani e gli esterni alti hanno sgobbato parecchio e gli attaccanti si sono sempre dati da fare in non possesso. Insomma, il collettivo di cui tanto e giustamente si parla funziona pure per non prenderle, non solo per darle. E non esistono più le praterie costate care contro il Modena e il Venezia.
Alla seconda sosta del campionato il Catanzaro aveva il secondo miglior attacco e la seconda peggior difesa. Ora è undicesimo per numero di gol incassati (19), alla pari del Cosenza e vicinissimo a Cittadella e Bari (18), al Pisa (17) e tutto sommato anche a Parma, Palermo, Modena e Brescia (16). Soltanto il Como (15) e soprattutto Venezia (13) e Cremonese (12) sono un po’ più distanti. Va tuttavia ribadito che otto reti su 19 sono state subite in due partite, tre a Padova contro il Lecco e cinque in casa con il Parma. Se aggiungiamo quella seguente con il Bari, terminata 2-2, in tre uscite il Catanzaro ha beccato più della metà dei gol.
Ma dopo la Puglia ha svoltato giocando altre dieci volte e incassando appena otto reti: l’unica a far meglio è stata la Cremonese (colpita sei volte nello stesso periodo).
Le Aquile davanti volano, il gioco è sempre bello ed efficace anche quando si lascia il possesso agli avversari (36% contro il Pisa, il più basso in stagione), ma dietro non si scherza più. È l’equilibrio che fa la differenza e permette di sognare. Ancora e ancora.
Il Catanzaro è diventato più solido. Decisivo l’equilibrio tra i reparti
Migliorano i numeri difensivi delle Aquile rispetto alla prima parte di stagione. Sabato l’insidioso esame di Ascoli
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