Una brilla, l’altra vede tutto nero. Una viaggia a mille all’ora da due anni, è il regno della continuità, del bel gioco e di un lavoro fatto come si deve, l’altra ha da poco cambiato allenatore e vive momenti complicati con il penultimo e inaspettato posto in classifica. Enrico Nicolini le conosce tutte e due: nel Catanzaro e nell’Ascoli ha lasciato segni indelebili. Lui con un altro doppio ex, l’immenso Carlo Mazzone. O come il suo amico Francesco Scorsa, catanzarese di Soverato e bandiera dei marchigiani scomparso lo stesso giorno di “sor Carlo”. «Questa sarebbe stata sicuramente la partita di Mazzone – ha detto Nicolini –, che a Catanzaro ha dimostrato di essere un grandissimo allenatore e ad Ascoli è andato oltre perché ha scritto la storia più profonda di quella società. Il grande Ascoli è una sua creatura e sarebbe stato bello avere in tribuna sia lui che il mio amico Ciccio Scorsa». C’è un filo lunghissimo che lega Nicolini, Mazzone, il Catanzaro e l’Ascoli, Soverato e Scorsa: «Sono il calciatore dal maggior numero di presenze con Mazzone in panchina, 196. L’ho avuto a Catanzaro, mi ha portato ad Ascoli, poi a Bologna, quindi sono stato suo collaboratore tecnico al Brescia, per me era un secondo padre. Quanto a Scorsa, oltre ad averci giocato insieme, era di Soverato, centro di cui io sono cittadino onorario e dove torno ogni anno. Dal punto di vista calcistico mi ritengo fortunato perché sono stato grande protagonista nei migliori momenti della storia dei due club. Con Ascoli è rimasto un bel legame ma non ci vado spesso, con Catanzaro il rapporto continua ancora oggi». Dopodomani sarà praticamente un testa-coda: «Il Catanzaro non è più una sorpresa, piuttosto è una realtà del campionato. Grazie ad alcune battute a vuoto delle battistrada, la squadra è nelle condizioni non solo di occupare una posizione playoff, ma di guardare anche più in là. Certo, il torneo è ancora molto lungo, però non si sa mai. E all’infortunio di Iemmello nel breve periodo si può sopperire. Per l’Ascoli il momento è molto più duro, credo darà tutto pur di vincere, ma l’ambiente è in fibrillazione, il cambio di allenatore da Viali a Castori non ha portato ancora benefici. Devo dire che questa situazione non me l’aspettavo, c’erano premesse diverse e non mi sembrava una squadra così scarsa da dover lottare per i playout». A gennaio potranno intervenire entrambe sul mercato, le Aquile magari per irrobustirsi ulteriormente in un’ottica più ambiziosa: «Quando vanno bene le cose inserire nuovi acquisti può essere un problema perché c’è il rischio si creino crepe nello spogliatoio, quindi è giusto fare innesti mirati con giocatori complementari e iper-motivativi, consapevoli che nel Catanzaro bisogna mettersi a disposizione di Vivarini e sudare per ritagliarsi spazio». Ci sarà parecchio da sudare pure sabato al “Del Duca”, anche perché la B può sempre riservare sorprese: «È una gara difficile da interpretare, tutte e due hanno la possibilità di fare risultato. Immagino i padroni di casa con il sangue agli occhi, il Catanzaro non dovrà sottovalutarli perché anche l’Ascoli ha valori. Insomma, che vinca il migliore con l’augurio – ha concluso Nicolini – che entrambi raggiungano i propri obiettivi a fine stagione».