Il Catanzaro vuole confermarsi grande. Ad Ascoli le Aquile puntano alla quarta vittoria consecutiva
È in gare come questa che il Catanzaro può mostrare tutta la sua grandezza. Nel derby, in stadi come Marassi e il “Barbera” o contro le big del campionato, le motivazioni sono sempre venute da sole e si sono rivelate un’indispensabile aggiunta alle capacità strategiche, tecniche, tattiche e agonistiche di un collettivo che si trova a memoria e spesso è un passo avanti agli avversari. Stavolta, facendo visita all’Ascoli in crisi di risultati, oltre a tutto il solito armamentario i giallorossi sono obbligati a tirare fuori ancora di più spirito, intensità agonistica, malizia, cattiveria. Insomma, per un centinaio di minuti devono dimenticare complimenti e classifica: al “Del Duca” spirano venti di battaglia e se non si pareggia pure il furore di un avversario con l’acqua alla gola si rischiano brutte figure, come da monito di Vivarini. Il tecnico, da questo punto di vista, ha martellato parecchio e lo farà fino al calcio d’inizio di oggi pomeriggio, perché poi la lotta comincerà subito: i marchigiani in genere partono bene (10 gol su 16 nei primi tempi), ma alla lunga soffrono visto che dopo l’intervallo hanno incassato 15 reti su 23; la pazienza è dunque l’altra virtù necessaria contro una formazione che lascerà il pallone a Ghion e soci per provare a colpire in ripartenza e sui calci da fermo. I problemini non mancano, alle Aquile. È vero che Ambrosino è gasato dal primo gol con questa maglia, però l’assenza di Iemmello ovviamente pesa come pure il nuovo forfait di Donnarumma, che per lo meno avrebbe portato esperienza e caratteristiche da prima punta da sfruttare nella ripresa. Nel 4-4-2 l’unica novità è appunto il cambio obbligato in attacco fra il capitano infortunato e il ventenne napoletano che ha stordito il Pisa. Il resto è uguale all’ultima uscita con Krajnc al posto dell’altro infortunato Veroli, proprio come sabato scorso. Il piccolo fastidio che aveva frenato Katseris giovedì era già superato nella rifinitura di ieri mattina a Giovino. La freccia greca è annunciata al suo posto da terzino destro (altrimenti ci sarebbe Oliveri), giusto qualche metro dietro al connazionale Sounas: sono uno dei due assi laterali che può fare la fortuna del Catanzaro. L’altro, naturalmente, viaggia a sinistra sul tandem Biasci-Vandeputte, ulteriormente cruciale considerando la rinuncia a Iemmello: quando il toscano e il belga si scambiano le posizioni e si cercano sono guai per chi gli sta di fronte. Dieci centri in due, Biasci è “on fire”, Vandeputte è semplicemente… Vandeputte ed è il protagonista del duello a distanza con l’ascolano Mendes: sono gli stranieri che più hanno graffiato il torneo, il giallorosso con cinque gol e quattro assist, il bianconero con sei reti e due servizi vincenti. L’altro duello intrigante e potenzialmente decisivo è fra i tecnici Vivarini e Castori, che si sono affrontati sette volte (quattro vittorie a due per Castori), l’ultima tre stagioni fa. Il coach dell’Ascoli ha dodici anni e 400 partite di B in più rispetto a quello del Catanzaro e un modo di far giocare le proprie squadre all’opposto. Chissà, però, che il calcio effervescente di Vivarini non aumenti i guai del collega e amico: in questo caso dovrebbe di nuovo fare il pompiere, ma è un “rischio” che correrebbe volentieri anche lui.