Che sia il campionato di Serie B lo capisci dai nomi degli avversari, non da quelli che vestono la maglia del Catanzaro. Leggendo la formazione dei giallorossi – una qualunque – non sembrerebbe esserci differenza fra il torneo cadetto e la categoria inferiore: la squadra sorpresa del girone d’andata è più o meno la stessa che faceva il bello e il cattivo tempo in C.
Dieci degli undici elementi più utilizzati da Vincenzo Vivarini sono inquilini del “Ceravolo” almeno dalla scorsa stagione e, stando ai contratti, lo saranno minimo per un’altra: se si esclude Ghion del Sassuolo, gli altri sono patrimonio del club e nessuno è in scadenza. È la versione catanzarese del film “I soliti sospetti”.
È, in pratica, una questione di continuità, quella che fa il bene di una squadra che lavora insieme da tanto e che rappresenta la vera diversità di questo Catanzaro rispetto alle concorrenti: il gioco imparato ed eseguito a memoria. Ma è pure il segno tangibile che tutti i calciatori scesi in C per un rilancio o che non erano mai stati in B, possedevano qualità migliori di quanto non dicesse la categoria di appartenenza.
Insomma, erano in terza serie per sbaglio o per caso, come dimostra il settimo posto fra i cadetti ottenuto al termine di un girone d’andata sorprendente per i risultati e per i modi in cui sono arrivati. Lo stacanovista per antonomasia è in genere il portiere titolare, da questo punto di vista Fulignati non fa eccezione: 1710’ in campo, tutti quelli di campionato, centrale per le parate e per il gioco ai piedi, così importante che la Cremonese ha ricevuto subito un “no” secco quando ha chiesto informazioni (tramite il procuratore).
Dietro il numero uno viaggia quello che, in partita, gli sta subito avanti: è Brighenti il secondo più impegnato, 1700’, ne ha saltati dieci solo per un dolore alla schiena nel finale di Como. Sul gradino più basso del podio sta – bene – Vandeputte (1626’), finora doppio nel senso che è principe del gol (sei) e degli assist (cinque) del Catanzaro.
Il quarto irrinunciabile è Scognamillo, che ha saltato una partita per scontare una squalifica (1620’), Ghion si è riposato solo un po’ di più, 1521’ per il play targato Sassuolo: a centrocampo ruotano tutti, ma lui lo fa molto meno degli altri, quasi per niente.
Poi ci sono Biasci e Iemmello, i gemelli del gol (nove in due) con oltre mille minuti a testa nonostante l’infortunio del capitano a fine anno, quindi l’ottavo è Katseris, che si è infilato nel vuoto lasciato dall’infortunio di Situm per giocare 940’ stupendo tutti e attirando gli occhi della Serie A: il Monza è sempre in pole per assicurarsi le prestazioni dell’esterno greco.
Non fosse per Davide Veroli, unico intruso al nono posto per minuti giocati (902), sarebbe un governo monocolore del blocco storico, visto che dietro il calciatore in prestito dal Cagliari (ma occhio perché il Catanzaro ha il diritto di riscatto) ci sono due veterani come Sounas e Verna.
Il mercato porterà dei rinforzi in quasi ogni reparto, ma non è detto che i soliti sospetti di Vincenzo Vivarini gli lasceranno spazio.
Catanzaro, comanda la vecchia guardia. Fulignati lo stacanovista con 1710’
Dieci degli undici elementi più utilizzati da Vivarini sono in giallorosso almeno dalla scorsa stagione
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