Trent’anni fa l’obiettivo sarebbe stato senza dubbio lui. Per un club che cerca un attaccante di peso, uno come Pino Lorenzo era roba grossa: «Adesso faccio un po’ fatica, però se vogliono farmi un contratto… anche a 60 anni mi rimetto in moto. Scherzi a parte, il Catanzaro deve recuperare quanto prima Iemmello».
Il bomber ha spento 60 candeline tre giorni fa, i tempi in cui portava a spasso le difese avversarie sono passati, ma i tifosi non l’hanno dimenticato. «Non sono su Facebook, però mi hanno inoltrato gli auguri. In ogni squadra ho vissuto qualcosa di importante, a Taranto la salvezza, a Pistoia la promozione in B, con la Samp il gol al Benfica in Coppa delle Coppe, a Bologna altri ricordi bellissimi. E poi Catanzaro, la mia città, dove devo solo ringraziare chi mi ha sostenuto nella crescita come uomo e calciatore, il settore giovanile con don Mario, la Kennedy con Franco Teti e chiedo scusa se dimentico qualcuno. Il regalo più bello? Arrivare a 60 anni e l’affetto della famiglia, che non ha prezzo».
I giallorossi sono sempre un pezzo di cuore: «Li seguo anche se non ancora dal vivo. Adesso al Catanzaro serve un po’ di stabilità per trovare di nuovo l’assetto giusto, perché non è facile partire a razzo come ha fatto e poi ritrovarsi senza alcuni elementi. Comunque, è bellissimo vederlo B in questo momento, poi il campionato è lungo e non si sa mai». Nel senso che il club non deve porsi limiti: «Tocchiamo ferro, però se gioca come faceva all’inizio non avrà problemi ad arrivare in alto. Io vivo a Cesena e qui, non molti anni fa, hanno avuto la forza di fare il doppio salto, non è impossibile. Parma, Cremonese, Venezia, penso anche alla Samp che può dire la sua, sono attrezzate, ma il Catanzaro è lì».
Perché è un insieme che funziona nelle Aquile: «Vivarini è bravissimo, sta gestendo una situazione non scontata venendo dalla C e rimanendo a questi livelli in B. Si vede che lui, i dirigenti, la società hanno creato qualcosa di concreto, così come dimostra il seguito massiccio dei tifosi. L’importante è mantenere la mentalità vincente senza avere paura di nessuno. Quanto ai calciatori, Vandeputte e Iemmello sono molto forti, ma non i soli nel Catanzaro».
Un po’ come era lui nel Catanzaro di Gb Fabbri, stella fra le stelle nella migliore delle sue tre esperienze con le Aquile (95 gare e 28 gol in tutto), conclusa con una promozione da record in B: «Quel Catanzaro non era mica solo Pino Lorenzo. Ci allenava Fabbri, c’erano Cascione, Musella e tanti altri in un campionato di qualità immensa. La paura che incutevamo alle avversarie era motivata dalla nostra struttura di squadra, un gruppo fantastico in cui io ero il più piccolo e Fabbri mi sosteneva sempre».
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