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Catanzaro, difesa da irrobustire

La retroguardia giallorossa è la più perforata della zona playoff pur se la differenza reti resta positiva

Rimboccarsi le maniche per allungare di nuovo la coperta. Il Catanzaro segna sempre tanto, si diverte e fa divertire, però è tornato ad avere la difesa più perforata della zona playoff e con il Lecco ha mostrato a tratti una fragilità netta, soprattutto sui palloni alti, tanto che lo stesso Vivarini ha ammesso di dover intervenire – in attesa che sul mercato si individui il rinforzo nel reparto arretrato – per rimettere le cose a posto.
Non c’è dubbio che lo farà, come aveva fatto mesi fa dopo i dieci gol presi all’andata in tre uscite di fila (Lecco, Parma e Bari). Le Aquile dal quel momento avevano ritrovato solidità, ora bisogna ripetersi. Insomma, qualche guaio c’è, qualche carenza strutturale pure, ma non è niente di assoluto, quindi è rimediabile senza isterismi: i 33 punti raccolti danno tranquillità, la differenza reti è in linea con le altre viaggiatrici in area spareggi e molto migliore di chi sta dietro.
Le Aquile sono a +6, di poco dietro il Como, il Palermo e il Cittadella (rispettivamente a +8 e +7) in un contesto nel quale solo le prime della classe Parma e Venezia, con la Cremonese che ha la miglior difesa del torneo, hanno un differenziale parecchio superiore: 27 gol sul groppone non sono il massimo, però se segni e produci quanto i giallorossi sono un peso più sopportabile.
Una delle mancanze più evidenti e sottolineate anche dall’allenatore è la mancanza di fisicità, cioè di chili e centimetri, corroborata tra l’altro dal fatto che quattro degli ultimi sette gol gli avversari li hanno segnati di testa. È su questi piani che il club sta cercando un rinforzo che dovrà integrare – non sostituire – i perni difensivi che resteranno punti di riferimento anche per tutto il girone di ritorno, cioè Brighenti e Scognamillo.
Chiunque arrivi non manderà in panchina i due senatori, dovrà sudarsi il posto. E non è detto che non debba contenderselo con Veroli e Krastev. Il primo, che fino all’infortunio al quinto dito del piede sinistro era titolare a sinistra, è stato convocato venerdì sera anche se non aveva ancora lavorato con la squadra (ieri pomeriggio la ripresa a Giovino) ed è ormai prossimo al rientro effettivo.
Il secondo («È cresciuto molto», ha spiegato il tecnico dopo la vittoria sul Lecco), ha ripreso quota e considerazione venendo schierato dall’inizio a Reggio Emilia e nell’ultimo quarto d’ora (al centro, spostando Scognamillo sulla sinistra) contro il Lecco. Krastev ha i chili e i centimetri che farebbero al caso del Catanzaro e chissà che la discreta prova dell’altra sera non lo aiuti a strappare una nuova chance da titolare sabato con la Feralpi. Può diventare un “rinforzo” anche lui, la soluzione interna esplorata fin qui per 80 minuti scarsi, ma destinati ad aumentare.
L’altra soluzione dovrebbe essere esterna e punta sempre ad Antonini del Taranto: i pugliesi, che stanno provando a cederlo (come hanno già fatto con l’ex giallorosso Cianci) vorrebbero mezzo milione di euro. Il Catanzaro è interessato, tuttavia non ha ancora deciso se affondare definitivamente il colpo sul brasiliano con passaporto italiano o virare su un altro obiettivo.

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