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Antonini vuol prendersi il Catanzaro: “Pronto ad affrontare questa sfida”

Il nuovo difensore prelevato dal Taranto punta a un ruolo da protagonista in maglia giallorossa

Matias Antonini sta imparando. Non ha molto tempo, deve farlo in fretta: presto potrebbe esserci bisogno di lui. Il Catanzaro lo ha voluto per essere più forte in difesa, alzare il muro, avere centimetri in più da sfruttare in area di rigore. Nella propria e in quella altrui, perché il brasiliano può diventare un fattore anche sui calci piazzati a favore.
Venticinque anni, nato a Porto Alegre, una lunga storia di passione (per il calcio) e resistenza (alle avversità), Antonini è l’esempio del giocatore che ci crede sempre e ha fame. «Sono molto contento di essere qua, ero venuto a giocarci da avversario e avevo avuto un’ottima impressione dallo stadio e dai tifosi, ma soprattutto dalla squadra che l’anno scorso ha mostrato un gran calcio e ha disputato un gran campionato. Dava l’impressione di essere superiore e quando vedi una cosa del genere hai voglia di farne parte. Spero di darle una mano», ha detto il giocatore prelevato dal Taranto con un contratto di tre anni e mezzo più opzione per una quarta stagione. Antonini era il centrale dei tre difensori pugliesi che un anno fa sono riusciti nell’impresa di perdere solo 1-0 a Catanzaro (e il tecnico Capuano era contento per questo) e che quest’anno sta lottando in zona playoff in C.
Adesso il calciatore lotterà per qualcosa di più ambizioso e in una categoria inedita, visto che in B non c’era mai stato prima: «Mi aspetto tante difficoltà e nuove sfide, ma io sono pronto e so che con il lavoro le potrò affrontare, per questo sono tranquillo», ha spiegato il nuovo numero 4 giallorosso nell’intervista rilasciata dai canali ufficiali del club. In questi giorni Matias è immerso nel Vivarini-pensiero, nelle prove dei movimenti difensivi, nell’assimilazione dei principi di gioco che sono opposti a quelli del Taranto, perché il Catanzaro difende in avanti e non è portato a rintanarsi all’indietro. Ma è impossibile pensare che si spaventi uno che solo due anni fa era in D: «Se ora sono qui non l’ho fatto da solo. Devo ringraziare la mia famiglia, i miei genitori, mio nonno, la mia fidanzata, tutte le persone che mi hanno dato una mano, anche per poco», ha sottolineato il ragazzo di origini venete scoperto nel Gremio dalla “Dream Soccer” di Luis Figo.
L’Italia era nel suo destino per radici familiari e previsioni… di nonno Jorge: «Quando sono nato ha detto a mio padre che avrei fatto il calciatore in Italia, non ci fosse stato lui non avrei sicuramente giocato a calcio, non sarei qui oggi, mi portava agli allenamenti quando i miei non potevano, è stato con me sei mesi in Italia, gli devo tutto, mi ha indirizzato».
Nel 2014 Antonini è nelle giovanili dell’Inter, poi passa a quelle del Cagliari, esordisce fra i grandi a Marassi contro la Samp e in Sardegna gli suggeriscono (lo fa Legrottaglie) di trasformarsi da centrocampista a difensore. Sembra perdersi un po’, torna in Brasile, poi nel febbraio 2020 firma con l’Arezzo in C, ma il Covid si mette di traverso. Riparte dalla D e dal Nibbionoggiono, quindi ancora dilettanti col Ravenna, dall’estate 2022 il Taranto, 57 gare e 7 gol. Ora Catanzaro e la B per una scalata che forse non è ancora finita: «Io sono a disposizione della squadra e del mister, prometto di dare il massimo anche se il mio contributo sarà minimo».

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