Se lo vedi da lontano, con quel taglio e quel colore di capelli, pensi a Luka Modric, ex Pallone d’Oro e bandiera del Real Madrid. Jacopo Petriccione gli somiglia davvero, con le dovute proporzioni lo ricorda un po’ anche per il modo di muoversi in campo, nel quale occupa più o meno le stesse zone del fenomeno croato: la mediana, da dove dirigere la manovra della sua squadra. Fino alla settimana scorsa Petriccione l’ha fatto da capitano del Crotone, d’ora in poi potrà dettare tempi e ritmi del Catanzaro. In attesa che rientri l’infortunato Ghion, fuori causa a questo punto anche più di un mese e mezzo, i giallorossi si sono cautelati con un regista che gli si avvicina per qualità e capacità, un play classico e moderno allo stesso tempo, come non ce n’erano in organico dopo lo stop del ragazzo del Sassuolo. Insomma, uno come Petriccione, che fa correre la palla e non si risparmia in fase difensiva, serviva come il pane. Il Catanzaro l’ha preso acquistandolo dai pitagorici, che inizialmente non avrebbero voluto cederlo. Dopo aver registrato la volontà del diretto interessato, l’incontro decisivo si è consumato nel primo pomeriggio di ieri. Subito dopo la società ha discusso con il procuratore del calciatore i dettagli di un contratto che lo lega alle Aquile fino al 30 giugno 2026, due anni e mezzo a partire da oggi. Domani potrebbe già sedersi in panchina nell’anticipo del “Ceravolo” contro il Palermo. Un altro innesto dalla Serie C dopo Antonini, dunque, ma Petriccione sa benissimo cosa lo aspetta in B, categoria che ha frequentato a lungo e con tante maglie. Dal calore di Terni e Bari quando era ancora giovanissimo fino alle annate gloriose con il giallorosso del Lecce, dove il campionato l’ha vinto da protagonista e da protagonista ha giocato in Serie A, e dove pure i tifosi lo chiamavano “Modriccione” proprio per la somiglianza con il croato. Il top del calcio italiano Jacopo, ventinove anni da compiere a febbraio, l’ha vissuto anche a Crotone, piazza che ha riabbracciato l’anno scorso in un torneo nel quale è stato uno degli ultimi ad arrendersi nei due derby in cui il Catanzaro ha dimostrato di avere almeno una marcia in più dei cugini. Nato a Gradisca di Isonzo, Petriccione ha origini casertane (da parte di padre, carabiniere), ama il basket (tifa Golden State e Step Curry), ma nel calcio ha sfondato partendo dalla friulana Itala San Marco (compagno di squadra di Petagna) prima di passare nei vivai di Cagliari, Siena e Fiorentina, ultima tappa giovanile nella quale giocava con Chiesa, Bernardeschi e Mancini e in cui ha avuto modo di allenarsi al fianco di David Pizarro, uno dei suoi idoli insieme a Pirlo. Ha girato mezza Italia, Petriccione, ora può prendere fra le mani il Catanzaro. Altri obiettivi. A centrocampo era stato pure ipotizzato uno scambio con il Cosenza fra l’esterno offensivo D’Andrea (del Sassuolo) e Viviani (prestato dal Benevento ai rossoblù), ma l’arrivo di Petriccione dovrebbe aver chiuso gli spazi in mediana. Non sono chiusi quelli in attacco: oltre a Moro (Spezia) piacciono anche De Luca (Sampdoria) e non è mai tramontato il sogno Maric (Monza).