Il Palermo richiama la vittoria più bella ottenuta finora in trasferta. La notte magica del “Barbera”, i gemelli del gol Iemmello e Biasci a bersaglio insieme, un gioco da «mamma cinema» che per più di un’ora ha fatto uscire pazza una squadra costruita con i milioni degli Emirati, la foto di Scognamillo che sorride a braccia aperte verso un imbestialito Brunori, un Sounas sontuoso come tutti i compagni, il palo di Vandeputte, la sofferenza nel finale e il risultato (1-2, anche un po’ stretto) incorniciato dagli applausi dei tifosi rosanero. Non sono passati nemmeno due mesi da quell’1 dicembre, era venerdì anche allora, ma forse le similitudini finiscono qua: stasera è tutta un’altra storia e i siciliani, freschi di sorpasso in classifica, si presentano al “Ceravolo” più lanciati. «Ogni partita ha una sua storia, ma vorrei dai miei calciatori la stessa umiltà e applicazione di quella notte a Palermo», ha sottolineato Vincenzo Vivarini: «Questa gara, contro un avversario così forte e blasonato, una delle sei o sette società con un budget da Serie A, ci può dare nuova linfa e il giusto equilibrio. Ritrovarci è ciò che mi interessa». Riscatto. In effetti, ritrovarsi è proprio il termine giusto per indicare l’obiettivo dei giallorossi, reduci dal 3-0 in casa della Feralpisalò e da quattro ko nelle ultime cinque uscite. «Siamo consapevoli del momento e dei problemi che stiamo attraversando – ha ammesso l’allenatore –, ci siamo resi conto di ciò che ci ha fatto abbassare le prestazioni, a Piacenza e anche a Reggio Emilia, ma la squadra è stata molto ricettiva da questo punto di vista e questa è la gara giusta per capire se abbiamo iniziato a mettere ripari». Contro una grande, il Catanzaro dovrà comportarsi da grande ed essere sul pezzo in ogni momento: «I nostri problemi in aggressione derivano da difetti di applicazione e testa. Con la Feralpi abbiamo corso più che altre volte, ma senza cervello, perché eravamo sfilacciati, lunghi. Fra i problemi, ancora, la mancanza di continuità all’interno di una gara, quindi col Palermo è fondamentale restare sempre concentrati, non possiamo pensare di concedere loro nemmeno 15’». La formazione. L’undici titolare (sempre 4-4-2) che verrà applaudito dagli ottomila del “Ceravolo” è quasi uguale a sabato scorso: unica eccezione Pompetti al posto di Pontisso, magari meno geometrie, ma più durezza in mezzo. Recuperato Brignola, fuori per distorsione a una caviglia Krajnc oltre al lungodegente Krajnc. Vigore. I nuovi innesti Antonini e Petriccione (ha preso il numero 4) partono dalla panchina. Sul difensore il tecnico ha spiegato che «quando si tratta di giocare in zone basse è già pronto perché conosce i nostri principi. Va ancora in difficoltà sulle aggressioni alte e sulle scappate all’indietro oltre che in fase di possesso, ma è uno che impara in fretta». Sul regista, che Vivarini seguiva da tempo e voleva pure quando guidava l’Ascoli, «ha le caratteristiche che ci servivano, l’esperienza nella categoria fatta ad alti livelli e la personalità che si può esaltare anche nelle difficoltà». Insomma, il giudizio è positivo: «Petriccione e Antonini possono rinvigorire la squadra con applicazione ed entusiasmo». Le stesse che potrebbe dare Oliveri («Un po’ meno veloce, ma ha gli stessi valori di Katseris e può ricoprire quel ruolo, forse è anche più tecnico di Situm») come alternativa al titolare croato. È ovvio che ci sarà bisogno di tutti contro il Palermo: «Dopo la gara d’andata ha modificato alcuni atteggiamenti, ci aggredirà forte, saranno importanti i duelli individuali, ma ciò che conta sarà la nostra concentrazione e tirare fuori voglia aggiuntiva per arrivare dove non potremmo».