Un mese per blindare la classifica. Per il Catanzaro sarà un febbraio cruciale in ottica salvezza e, magari, anche per consolidare il piazzamento in zona playoff. I risultati dell’ultima giornata hanno ridotto le distanze da chi lotta per non retrocedere. Non ci sono timori perché i giallorossi non sono invischiati in quella battaglia, sono sempre settimi e hanno dietro di loro ben tredici squadre con un vantaggio rassicurante sulle posizioni più bollenti. Ma dall’altro lato saranno obbligati ad aprire ancora di più gli occhi proprio perché in coda sono tornate a crederci un po’ tutte, quindi tireranno fuori le unghie e i denti come ha fatto la Feralpisalò poco più di una settimana fa a Piacenza: l’esempio, fresco e calzante, è un monito per Iemmello e compagnia, che nel girone d’andata hanno battuto quasi tutte le formazioni delle retrovie e al ritorno devono riprovarci per evitare guai.
Il calendario di febbraio delle Aquile somiglia a un bivio stradale: dalla trasferta di sabato a La Spezia, passando per le due gare consecutive al “Ceravolo” contro l’Ascoli e il Sudtirol, Vivarini e i suoi calciatori affronteranno un trio nelle sabbie mobili fino a chiudere il mese con la trasferta a Cittadella e il turno infrasettimanale interno con il Bari, l’una occupante dell’area playoff e l’altra legittima – anche se attardata – aspirante agli spareggi promozione.
È chiaro che un filotto positivo consoliderebbe l’obiettivo primario della società, ossia la permanenza nella categoria, e darebbe altro fiato a quello secondario, che significa divertirsi senza pressioni e senza porsi limiti, dunque proseguendo il viaggio ad alta quota. È altrettanto evidente che queste cinque partite presentano tutte un elevato coefficiente di difficoltà. Le prime due, almeno sulla carta, sono pure le più complicate. Lo Spezia ha appena vinto il derby di Pisa rimanendo attaccata alla Feralpi e agganciando il Lecco all’ultimo posto. Sabato al “Picco” cercherà di dare un’altra scossa vendicando la netta sconfitta dell’andata, prima vera picconata alle ambizioni di un club che sognava di risalire subito in A e invece rischia – nonostante i grandi nomi in rosa – la C. Da allora i liguri hanno cambiato molto compreso l’allenatore (da Alvini a D’Angelo) e in questi ultimi giorni di mercato continueranno a farlo.
Per il Catanzaro sarà una prova di maturità dopo i segnali di risveglio mostrati contro il Palermo. Stessa cosa nella gara successiva (sabato 10) con l’Ascoli, che un mese e mezzo fa ha rifilato una sconfitta più dura di quanto non abbia detto l’1-0 finale non per occasioni create, ma per come i giallorossi hanno sofferto il fisico, il mestiere, la malizia e le generali rudezze dei marchigiani, ora reduci dal blitz di Como e in serie positiva da quattro gare compreso il pareggio di Parma. Uscire bene da questa doppietta di inizio febbraio equivarrebbe a un vero e proprio rilancio. Le Aquile metterebbero in discesa il resto del percorso, forse avrebbero la spinta decisiva a un cammino che merita – per quanto fatto finora – di raggiungere con ampio anticipo il traguardo fissato a inizio stagione.
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