Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

Il Catanzaro ha ritrovato un tesoro: D’Andrea può essere la variabile nella volata verso i playoff

La variabile Luca D’Andrea per far saltare il banco. La rimonta sull’Ascoli in cui è stato uno dei protagonisti può essere fondamentale per tanti motivi, per lui e il Catanzaro. Il numero 7 come un jolly da lanciare nella volata finale della stagione? Magari sì, la stoffa c’è, basta lasciarla esprimere senza pressioni. Però anche lui deve avere la pazienza di aspettare il suo momento. Sabato l’ha fatto e ha tirato fuori giocate decisive. D’Andrea è stato la fantasia che ha scompaginato una partita già scritta: ha creato superiorità nell’uno contro uno, aggiunto qualità al servizio della squadra, posto le premesse per il pari (l’autogol di Bellusci è in buona parte merito suo) e il successivo 3-2, nato da un angolo causato proprio da uno dei tanti dribbling sulla destra dell’attaccante napoletano, cresciuto nella stessa Scuola Calcio Azzurri di Torre Annunziata dalla quale è partito verso l’alto anche Alfredo Donnarumma. «Questa vittoria è per la nostra gente», ha postato il diciannovenne dopo la gara, aggiungendo un «credi sempre in te stesso» che sintetizza perfettamente la sua esperienza in giallorosso. Ha avuto mesi difficili, D’Andrea, da comprimario con poche presenze, poca sostanza e scarse responsabilità, con un muso lungo che si vedeva lontano chilometri e qualche spigolo caratteriale apparso in tutta evidenza contro il Lecco. Quella sera di un mese fa, mentre i compagni sgobbavano e soffrivano per vincere la sfida, lui faceva i capricci e volava negli spogliatoi una volta capito che non sarebbe entrato. Sembrava che la sua avventura al “Ceravolo” finisse lì. Invece è rimasto, il tecnico e la squadra l’hanno perdonato (evidentemente dopo una bella lavata di testa e contestuali scuse), lo stesso Luca ha compreso la gravità di ciò che aveva combinato e si è rimesso a lavorare. Sabato l’hanno perdonato anche i tifosi, che su certe cose hanno la memoria lunghissima. Una partita non cambia il giudizio complessivo sul suo transito in giallorosso, ma restituisce fiducia a un ragazzo che in estate era fra gli under più richiesti sul mercato. Il Catanzaro, per averlo in prestito dal Sassuolo, ha dovuto rintuzzare la concorrenza del Palermo, giusto per dire il credito che avesse Luca e le aspettative con cui è arrivato. Erano comunque da mettere in conto delle difficoltà: primo anno stabilmente fra i pro’, tra l’altro in un gruppo che gioca a memoria da due stagioni e in un ruolo, l’esterno destro di centrocampo, che prevede compiti diversi rispetto alle consegne avute – da ala pura – nelle giovanili o nelle Nazionali Under. Era pure partito benissimo, procurandosi il rigore decisivo trasformato da Vandeputte con la Ternana a Lecce, poi però si è perso… fino a sabato scorso. Se a destra il punto fermo è Sounas, indispensabile nelle due fasi, uno come D’Andrea può ritagliarsi comunque spazi importanti, perché possiede qualità diverse, utilissime quando c’è bisogno di imprevedibilità. A patto di avere la testa giusta, com’è stata sabato scorso: il genio senza sregolatezza. Si fa sempre in tempo a sbocciare. Il Catanzaro forse ha ritrovato un tesoro. Anzi, la variabile non prevista (dagli avversari) che fa saltare in banco anche nella corsa per un posto playoff.

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