Chi dice che bisogna aspettare metà maggio per giocare i playoff? L’incrocio di Brescia è un vero e proprio assaggio vero, l’anticipo di quello che potrebbe ripetersi fra due mesi. Al Catanzaro è già capitato a Cittadella, uscendone molto bene, ma in questo nuovo confronto fra la sesta (sempre i giallorossi) e la nuova settima forza del campionato (i lombardi) è probabile serva qualcosa in più di quanto seminato in Veneto poco meno di un mese fa. «Alla squadra ho detto che è uno scontro diretto e che dobbiamo abituarci a gare del genere», conferma Vincenzo Vivarini. Dieci punti di vantaggio danno sicurezza alle Aquile, ma considerando che oggi si presentano al “Rigamonti” con il peso (seppur relativo) della sconfitta con la Reggiana è chiaro che non c’è troppo da scherzare: «Anche perché vogliamo assolutamente consolidarci», ha sottolineato il tecnico abruzzese, che in silenzio butta un occhio interessato a cosa succede di sopra visto che i suoi hanno più vantaggio sul Brescia che svantaggio dalla seconda o dai due posti (terzo e quarto) che farebbero saltare il turno preliminare degli spareggi. «Il Brescia è quadrato, ben assemblato e con giocatori di alto livello. Ha la capacità di non far giocare l’avversario soprattutto nella sua metà campo e Maran è un allenatore davvero bravo. Mi aspetto una partita impegnativa, è importante pure per i loro traguardi», aggiunge Vivarini. Iemmello va a caccia del gol numero 51 in giallorosso, che gli permetterebbe di raggiungere nella top cinque dei marcatori delle Aquile la leggenda Rambone, decisivo con una doppietta in uno dei tre successi ottenuti a Brescia (2-1 nel ’61). Gli altri due sono un 3-0 (del ’72) e un 1-0 (dell’86). I 1.500 tifosi (non residenti) allo stadio sperano in un altro colpaccio. Col capitano stavolta può essere il turno di Biasci, comunque in ballottaggio con Ambrosino (convocato in Under 21) in un reparto nel quale si può contare a pieno titolo sul grande ex di turno, Donnarumma: «È molto motivato ed è entrato bene contro la Reggiana, ne teniamo conto». Rispetto a sabato scorso il 4-4-2 calabrese può cambiare: «Quando si perde un po’ di carte si mischiano» è il commento del 58enne abruzzese. Torna titolare Antonini al centro della difesa («Ora sta molto bene, prima gli abbiamo tirato un po’ il collo perché magari non era così abituato ai ritmi della B», ha ammesso il coach). Il brasiliano è in coppia con Brighenti. Scontati Situm come terzino destro e Vandeputte da esterno sinistro. Gli altri dubbi riguardano il terzino sinistro (Scognamillo magari la spunta su Veroli) e un centrocampista (Verna invece di Pompetti). Da esterno destro tocca ancora a D’Andrea: «Finora uno come lui è sempre stato considerato un ragazzo, per cui ogni cosa che faceva andava bene, ma qui non ci accontentiamo, non basta una giocata, deve fare la differenza e adesso si sta applicando in tutto ciò che gli chiediamo». L’andata scotta. Vivarini non ha mai battuto il Brescia in sei precedenti (quattro pari e due sconfitte). «Quella gara ha evidenziato il nostro modo di essere», ribadisce il tecnico abruzzese ricordando il 2-3 subito in rimonta al “Ceravolo” il 23 dicembre: «Forse il nostro miglior primo tempo (chiuso sul 2-0, ndr), poi però abbiamo preso il primo gol su una respinta e messo in mostra alcune nostre debolezze, caratteriali, fisiche. Ci brucia ancora tanto quel ko, ma da allora siamo cresciuti». Indipendentemente dal ko con la Reggiana («Problema tattico»), il Catanzaro è davvero migliorato da ogni profilo lo si voglia guardare. Al “Rigamonti” dovrà dimostrarlo una volta di più. I playoff si preparano fin d’ora.