Il passo è sempre quello, veloce abbastanza per continuare a comandare il campionato dei “normali” e magari pensare pure, legittimamente, di lasciarsi alle spalle una big dai tanti problemi come il Palermo. Insomma, dietro i marziani della Serie B c’è sempre il Catanzaro, arrivato alla prima e ultima sosta del girone di ritorno a più o meno la stessa andatura di quello d’andata. E cioè con ritmo sostenuto, identità di gioco e consapevolezza di avere le carte in regola per disturbare chiunque. L’importante pareggio di Brescia ha garantito la ripartenza dopo la sconfitta interna con la Reggiana: per la squadra di Vincenzo Vivarini si è trattato del punto numero 19 nelle undici gare giocate del 2024. La media è di 1,72 a partita dopo il giro di boa. Il paragone con le prime undici giornate della stagione regge bene: dalla trasferta di Cremona di metà agosto a quella di Como di fine ottobre i giallorossi avevano preso 21 punti per una media di 1,90 a incontro. Quindi siamo lì, le differenze fra un periodo e l’altro sono minime e questo significa che la flessione maturata a dicembre e gennaio, causata da un calo di condizione di alcuni uomini centrali, infortuni e fibrillazioni di mercato, è stata definitivamente (e brillantemente) superata. In questi due mesi scarsi i giallorossi hanno vinto cinque partite, ne hanno pareggiate quattro e perse due, segnando 19 reti e incassandone 15. Nei due mesi abbondanti del primo periodo in esame le vittorie erano state sei, i pareggi tre e le sconfitte sempre due, a fronte di 18 gol realizzati e 13 subiti, dunque con una differenza di più cinque. La variabile la danno un successo e un gol, per cui è impossibile non ripensare al 2-2 ottenuto in casa contro il Sudtirol, alle occasioni sprecate per chiudere i conti prima del secondo centro degli ospiti. È comunque una questione di dettagli, di sfumature che in classifica non hanno cambiato nulla visto che il vantaggio su chi insegue è di nove punti (sulla Sampdoria) e supera la doppia cifra sulle altre aspiranti alla zona spareggi (a partire dal Brescia). È vero che l’avvio di stagione era stato sorprendente, tanto che dopo undici turni il Catanzaro viaggiava ancora terzo, ma poi è stato anche normale che i valori del campionato si consolidassero, facendo venire fuori le corazzate costruite per la promozione e bruciando pure l’effetto sorpresa della matricola di Vivarini. Però dopo un momento oggettivamente complicato fra la fine di un anno e l’inizio dell’altro, il tecnico abruzzese è stato bravo a raddrizzare la baracca, aumentare il coinvolgimento di tutta la rosa, inserire subito e bene i due rinforzi di mercato (gli ottimi Antonini e Petriccione) e pilotare la rinascita. La costante risalita in graduatoria ne è stata la conseguenza, non tanto sul piano delle posizioni guadagnate (fra sesto e quinto posto cambia sostanzialmente poco), quanto soprattutto per il vantaggio accumulato su quelle che lottano alle spalle. È questa costanza che consente al Catanzaro di trascorrere la sosta con tutta la serenità possibile: a playoff blindati, ci si può preparare al meglio per il rush finale.