Il Catanzaro è ripartito alla massima potenza tre volte su quattro. Che sia stata per le nazionali come in questo caso o per la fine dell’anno, la sosta si è rivelata quasi sempre benedetta. C’è un’eccezione, è vero, ma quell’eccezione si è trasformata in una lezione, assimilata a dovere. Ed è anche per questo motivo che l’ambiente giallorosso nutre discreta fiducia per l’ultima volta in cui si mette sui blocchi: la squadra sa come scattare, non importa che lunedì dovrà farlo nella tana dell’avversario più forte, il Parma capolista.
Sono trascorsi poco più di 70 giorni dalla ripresa più recente, coincisa con l’inizio del girone di ritorno. Il risultato? Il 5-3 al “Ceravolo” contro il Lecco, fuochi d’artificio per una vittoria più complicata di quanto non dica la classifica attuale dei lombardi. Perché quel venerdì sera (12 gennaio) le Aquile sono scosse dalle tre sconfitte di fila con cui hanno chiuso l’andata, fanno i conti con la pesante assenza di Ghion in cabina di regia (è la prima volta senza il play), i rinforzi dal mercato in entrata arriveranno dopo, mentre quello in uscita crea ovvie fibrillazioni. Insomma, non è scontato battere un tenacissimo Lecco, soprattutto dopo il ribaltone (da 1-0 a 1-2) che stenderebbe un toro. E invece Iemmello e soci lo mettono sotto sopra -. un po’ di pancia, un po’ con le doti tecniche per le quali sono apprezzati ovunque - e si infilano in tasca il biglietto per la salvezza.
Il Catanzaro è reduce da tre sconfitte consecutive anche nella ripartenza precedente, quella certificata a tutti gli effetti da uno dei pienoni più belli e significativi del torneo, il 2-0 casalingo sul Cosenza. Quindi non in gara come le altre, ma nel derby con la “D” maiuscola, quando i cugini sono ancora molto vicini in classifica e la spinta propulsiva di inizio torneo sembrava essersi completamente esaurita con il filotto di ko Como, Modena e Venezia. In pratica il Catanzaro finisce sgonfio nella pausa per le nazionali, però Vivarini ne approfitta e lo ricarica: il 26 novembre Iemmello e Biasci riaprono le ali e firmano un nuovo scatto.
Tutto il contrario di quanto succede alla seconda finestra internazionale, che pare arrivare nel momento sbagliato visto che il Catanzaro è costretto a fermarsi dopo due vittorie consecutive in trasferta, fra Genova e Bolzano, e otto punti in quattro uscite. Eppure ricomincia come se niente fosse e ne fa tre alla Feralpisalò (21 ottobre) al “Ceravolo”.
L’unica volta che lo stop è stato controproducente si è rivelata la prima, proprio contro il Parma, affrontato in Calabria quattro giornate e il comando della graduatoria insieme agli emiliani, con dieci punti nello zaino e un filotto di tre successi. La sveglia fa male (0-5) e forse è anche più dura di quanto i giallorossi meriterebbero. Col senno di poi, si può dire sia stato il pegno pagato al noviziato, tra l’altro contro la formazione più forte della B. Dalla caduta più clamorosa il Catanzaro si è rialzato subito e di gran carriera. Fermarsi l’ha sempre aiutato. Ci sono tre buoni motivi (e nessuna pressione) per pensare di poter ripartire pure lunedì a Parma. Fiducia e spensieratezza per le Aquile.
Catanzaro, la sosta che fa bene
Tre volte su quattro i giallorossi sono ripartiti forte dopo la pausa-Nazionali
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