Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Questo Catanzaro è uno spettacolo: in Emilia l'ottavo blitz esterno stagionale

Una vittoria che permette ai giallorossi di consolidare il quinto posto (+4 sul Palermo). Sempre più evidente la mano del tecnico Vivarini, l’artefice del fantastico cammino

La firma è sempre di chi gioca e segna, quindi sul successo di Modena è normale risaltino i due gol di Iemmello o il suo tacco per Vandeputte, la prestazione da Fantacalcio (rete più assist) del belga, le prove difensive super di Scognamillo o Veroli, il farsi in quattro di Ambrosino o la furia lucida di Sounas, che da subentrato ha finito di stendere gli avversari. Però dietro gli esecutori è stato evidente (lo è sempre) il lavoro preparatorio del… mandante: se il Catanzaro sta completando un campionato straordinario, e continua ad avere a un tiro di schioppo anche il terzo posto, Vincenzo Vivarini ha tanti meriti.
Insomma, al “Ceravolo” è validissimo il vecchio concetto del “si vede la mano dell’allenatore”: i colpi dei singoli decidono le gare, ma i modi in cui incidono sono sempre preparati a tavolino.
Prendiamo il primo graffio del capitano al “Braglia”, al termine di un’azione che le Aquile hanno ripetuto diverse volte nei due anni e mezzo di gestione Vivarini: come spesso è accaduto, Vandeputte si è spostato al centro per aggiungere un’opzione in più all’uscita del pallone, di conseguenza i mediani del Modena si sono ritrovati nella loro zona un uomo (un problema) in più da marcare e il belga, imbeccato direttamente da Fulignati, non è stato contrastato a dovere (non poteva) ed è volato via.
Lo stesso in occasione del raddoppio, quando Petriccione ha attratto la pressione avversaria, Iemmello si è abbassato per ricevere e sempre Vandeputte è stato lanciato centralmente nella prateria creata con movimenti sincronizzati che non si possono improvvisare.
Anche il terzo centro con il pallone mosso velocemente da un attaccante a sinistra (Ambrosino), sponda a centro area (Sounas) e tiro dell’altro attaccante (Iemmello) è uno dei tratti caratterizzanti di questa squadra che non lascia nulla al caso. È la mano del coach e di chi gli sta al fianco, dal vice Milani a Del Fosco e Zambardi (molto più che semplici preparatori) fino al match analyst Carcarino, ultimo a entrare nello staff all’inizio di questa stagione.
Modello. È il lavoro settimanale che permette certe cose e consente ai calciatori di trovarsi anche se fossero bendati. E non è un caso che il Catanzaro sia un modello per tecnici come Aquilani e Nesta, ma venga citato anche da uno che sta più in alto come De Zerbi. Non è un caso nemmeno che da un paio d’anni Vivarini sia chiamato “comandante” da molti tifosi delle Aquile: il collegamento con il Sarri di Napoli è abbastanza immediato e, in effetti, ci sta bene considerando il passato in comune dei due (Vivarini ne è stato collaboratore a Pescara e Sarri l’avrebbe voluto al Chelsea), la vocazione “giochista” e – sinceramente – anche la rivoluzione nella mentalità che l’abruzzese ha portato a Catanzaro come il toscano aveva fatto a Napoli. Ottenere 55 punti in 33 giornate di Serie B con mezza squadra che l’anno prima giocava in C non è da tutti, ma in particolare è qualcosa di unico o quasi il modo in cui questa i giallorossi si impongono – o comunque provano a farlo – in qualsiasi contesto.
Mai un difetto di personalità perché sanno sempre cosa fare, che affrontino la prima in classifica o l’ultima, che giochino caricati dai diecimila del “Ceravolo” o in uno stadio ostile come potevano essere il “San Vito-Marulla”, il “Barbera” o lo stesso “Braglia” venerdì sera, dove c’erano sì 1.500 cuori calabresi, ma pure tredicimila voci emiliane: sono state ammutolite dal “mamma cinema” delle Aquile.
Numeri. Le classifiche non mentono e confermano il trend positivo e in rialzo: il Catanzaro ha chiuso l’andata con 30 punti alla media di 1,57 a gara. Nel girone di ritorno, a cinque turni dal termine, i punti sono già 25 e la media ovviamente più alta: 1,78.
È superiore anche la media dei gol realizzati: era di 1,47 nella prima parte del torneo (28 reti in 19 incontri), è di 1,78 adesso (25 in 14 uscite) a fronte di una media reti subite più o meno uguale, visto che Fulignati ne ha incassati 1,26 fino a fine dicembre, ora è a 1,21. Il Catanzaro è cresciuto e maturato: si nota a occhio nudo, i numeri lo certificano.
E a proposito di numeri, Vivarini è a quota 194 punti in 92 partite di campionato (dunque escludendo Coppe, playoff e Supercoppa di C): la media nei tornei da tre punti della sua esperienza in giallorosso è di 2,10, naturalmente la più alta nella storia del club. Roba che spinge a sognare: «La Serie A? Catanzaro se la meriterebbe con tutto il cuore». Parola di comandante.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Tag:

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia