La parola che meglio riassume il Catanzaro degli ultimi due mesi: «Fame». La definizione è di Sounas in uno dei tanti post celebrativi con cui i giallorossi hanno festeggiato la vittoria di Modena, ottavo pienone esterno di una stagione che si avvicina all’indimenticabile. Se la stanno spassando tutti: calciatori, tifosi, allenatore, dirigenti, proprietà. E tutti hanno intenzione di divertirsi ancora, magari strappando il quarto posto alla Cremonese (sopra di quattro punti) che sabato testerà i decibel del “Ceravolo”. Fra i rammarichi del ko con il Como, Vivarini aveva indicato pure il non aver dato la gioia piena allo stadio soldout. Non è del tutto vero perché Cosenza e Spezia sono state regolate davanti a un tutto esaurito, ma il tecnico si riferiva alle avversarie in corsa per la promozione diretta, il Parma all’andata e i lariani al ritorno. Le possibilità non sono finite e il successo sul Modena ha aumentato la fame. Non è soltanto una questione di motivazioni, è chiaro che le qualità individuali e l’organizzazione collettiva sono la spinta principale di questo viaggio, ma le motivazioni – dunque la fame – rappresentano un additivo indispensabile, che sta facendo la differenza insieme alla consapevolezza di valere le grandi del torneo. Prendiamo proprio Sounas, che nel girone d’andata è stato spesso titolare come esterno destro, mentre in quello di ritorno ha dovuto lasciare spazio più di una volta a D’Andrea. Musi lunghi del greco? Zero. Capacità di incidere anche da subentrato? Andate a riguardarvi la mezz’oretta che ha giocato a Modena venerdì sera: l’assist per il 3-1 di Iemmello è stato il gesto più evidente, però prima e dopo il centrocampista ha letteralmente tagliato in due la trequarti avversaria dimostrando di avere ancora tanta «fame». Lo stesso discorso riguardagli altri veterani della promozione dei record: Fulignati che mette sempre una pezza o lancia gli attaccanti (tipo Vandeputte), Biasci stuzzicato non solo dalla concorrenza di Ambrosino, Pontisso rispolverato da titolare dopo quasi tre mesi, il Brighenti top del girone di ritorno o il grimaldello tattico Situm, senza dimenticare l’operaio Verna («Io sono sempre quello che corre») e i fulcri tecnici della squadra, Iemmello e Vandeputte, fino ai ragazzi (Veroli il simbolo della linea verde di Vivarini) e agli ultimi arrivati Petriccione e Antonini. Insomma, nello spogliatoio nessuno ha mollato dopo la salvezza e il fatto di essere sempre lì, stimolati dalla possibilità di giocare un playoff per la A e dare fastidio a tutte le big, è un po’ come restare a digiuno un giorno e poi entrare nella dispensa di un grande ristorante: prendi tutto quello che puoi. La Cremonese è un tipo di cibo gourmet: punta apertamente alla promozione, ha giocatori (Coda, Vazquez, Falletti, Johnsen) eallenatore (Stroppa) teoricamente perfetti allo scopo, ma nel girone di ritorno ha fatto appena due punti in più del Catanzaro, 27 contro 25. Sulla carta il livello è diverso, nella realtà no e Vivarini e i suoi uomini lo sanno. Sbancando Palermo e Parma hanno steso due big in trasferta, contro il Como due settimane fa c’erano andati vicini. Ora puntano il prossimo piatto stellato che verrà servito in casa. La fame c’è ed è quella giusta per provarci.