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Il Catanzaro è già in clima playoff

ll pari di Pisa lascia qualche rimpianto ma conferma le potenzialità di una squadra che agli spareggi sarà la mina vagante. Ritmo, intensità e gioco: giallorossi col pilota automatico. Pontisso più di una riserva

Una partita a tremila all’ora, come quelle che aspettano il Catanzaro nei playoff. Vivarini lo aveva detto prima di volare su Pisa e lo ha ribadito dopo il 2-2 in Toscana: partite così preparano al… bello che sta per venire. Il sentiero stretto e ripido che porta in Serie A va affrontato a velocità e intensità sostenute, altrimenti ti buttano fuori in un attimo.
Be’, magari non completamente, ma la risposta dei suoi è stata all’altezza della situazione e di un avversario che in casa aveva ribaltato il Palermo, sta attraversando un ottimo momento (e si è visto) e – giusto ricordarlo – costa tre volte di più dei giallorossi. Nonostante il doppio vantaggio, il rammarico per il pareggio è praticamente nullo, anche se è logico interrogarsi sulle possibilità delle Aquile se solo avessero avuto qualche cambio in più (da non dimenticare che erano in quattro fuori per infortunio) e altri elementi cardine non avessero avuto gli acciacchi che li hanno frenati nell’immediata vigilia, Iemmello su tutti.
Il tecnico non si è aggrappato agli alibi che pure c’erano, forse perché diversi aspetti della prestazione complessiva lo hanno confortato: è vero, raramente il Catanzaro ha sofferto così tanto il gioco altrui e nel girone di ritorno mai aveva sudato in questo modo sul pressing avversario, ma nel girone d’andata una gara del genere l’avrebbe persa malamente (Como a fine ottobre, Ascoli a metà dicembre), a Pisa invece non si è mai smarrita la bussola e, al netto delle difficoltà, la squadra sapeva sempre cosa fare seguendo la stella polare delle sue linee di gioco o dei suoi schemi codificati.
Lo dimostrano le due reti rifilate ai nerazzurri e anche la compattezza del sistema difensivo, indipendentemente dalle due sberle incassate su episodi, cioè un corner e un tiro dalla distanza deviato.
Come sempre è successo in questo campionato, dopo ogni partita a secco non è mancato il gol in quella successiva. Il bel destro al volo di Pontisso è stato l’ottavo centro su calcio d’angolo dei giallorossi, fra le migliori sei del torneo in queste situazioni. Per preparazione ed esecuzione il sigillo del centrocampista si era già visto a inizio gennaio, quando su un corner dalla sinistra di Vandeputte Verna, appostato sul palo lontano, aveva sbloccato l’incontro casalingo con il Lecco: Vivarini e il suo staff, che preparano queste soluzioni, hanno lo sguardo lungo.
L’infortunio di Ghion è stato una tegola che non ci voleva, però Vivarini ad aprile ha riscoperto Pontisso, bravo da subentrato con il Parma e titolare da ammirare fra Modena, Cremonese e, appunto, Pisa. Gol a parte, il ventisettenne si sta rivelando affidabile nelle due fasi e, con Petriccione, forma una coppia di playmaker efficiente e ben assortita: è evidentemente cresciuto anche lui, al terzo graffio in maglia giallorossa e al secondo della carriera in B; il primo lo aveva siglato quasi otto anni fa, al suo debutto fra i cadetti, il 10 settembre 2016, quando giocava con la Spal (contro l’Ascoli). Sul settimo risultato utile in trasferta – tutt’altro che casuale o fortunoso – è emblematico che campeggi anche la sua firma, quella di un gregario finalmente al potere.

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