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Catanzaro-Venezia, niente speculazioni

Domani al “Ceravolo” il livello tecnico sarà altissimo. Tante sfide nella sfida, cominciando da Iemmello-Pohjanpalo

La sfida a distanza e una serie di duelli ravvicinati. Attaccanti e difensori in vetrina per Catanzaro-Venezia. Iemmello profeta in patria e le sue 13 reti senza rigori contro il vichingo Pohjanpalo, principe dei bomber con 20 centri. Da una parte il capitano giallorosso e le altre stelle offensive di Vivarini - Vandeputte, Ambrosino o Biasci - alla prova dei centrali Altare, Svoboda e Idzes. Dalla parte opposta Scognamillo, Antonini e Veroli davanti al capocannoniere della B e ai suoi fratelli, Gytkjaer (o Pierini) e i centrocampisti Busio e Tessmann, mediani sì ma col fiuto del gol (sei a testa). Quella di Vivarini è la quarta squadra più prolifica del torneo (55 volte a bersaglio, alla pari del Como), la corazzata di Vanoli è la più efficace di tutte sul piano realizzativo (64, una in più del Parma) ed è probabilmente la più intensa – per ritmi espressi – di tutta la categoria.
Insomma, domani al “Ceravolo” il livello sarà altissimo come lo spettacolo, non esiste speculazione nella testa di due tecnici che producono un calcio dominante seppur con principi differenti: Vanoli è “contiano” e di Antonio Conte è stato collaboratore, Vivarini va inserito in contesto più spagnoleggiante e palleggiante. Però non ci sarebbe da sorprendersi se la vittoria - o forse proprio per la vocazione offensiva di entrambe le formazioni - passasse dalle prove delle difese: nessuna delle due è imperforabile (40 gol incassati dal Venezia, 44 dal Catanzaro), ma tutte e due sanno fare grandi gare.
Le linee arretrate e i loro estremi: anche Fulignati-Joronen sarà un bel braccio di ferro. All’andata (10 novembre) le Aquile furono da applausi per qualità e quantità di gioco (oltre che per il gran destro all’incrocio di Ghion), tuttavia la spuntarono i veneti approfittando di due errori difensivi, quindi spreconi nelle ripartenze che avrebbero chiuso l’incontro, ma pure molto attenti ad alzare il muro e non lasciare sbocchi al fraseggio ospite (compreso il salvataggio di schiena di Altare sul sinistro di Brignola all’ultima azione). Il Catanzaro, rispetto a quella gara, è cresciuto molto, anche e soprattutto dietro: Antonini ha messo i chili e i centimetri che mancavano e saranno fondamentali contro Pohjanpalo; le ingenuità sono state ridotte e i meccanismi migliorati; Scognamillo e Veroli sono saliti ulteriormente di livello e dovranno essere al massimo delle proprie possibilità per fronteggiare Gytkjaer o Pierini e il cast di supporto del fronte avanzato lagunare (non ci sarà Brighenti, che ieri non si è proprio allenato). È normale che davanti a Fulignati venga concesso sempre qualcosa considerando la volontà di provare a imporre ovunque e comunque il proprio gioco. Però le concessioni le fa pure il Venezia, che in trasferta è andata forte ma non è stata perfetta (28 punti in 17 gare), come dimostrano le quattro sberle (a due) beccate un centinaio di chilometri più su del “Ceravolo”, a Cosenza il 20 gennaio. Tra l’altro, dall’andata le Aquile hanno mantenuto la porta inviolata per sei volte (su 10), il Venezia sette (su 12). Siamo lì, per un’altra missione difficile, non impossibile.

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