Dove può arrivare il Catanzaro? La domanda circola con insistenza in città e nelle comunità giallorosse sparse in Italia, fra tifosi e addetti ai lavori. Mancano dieci giorni al turno preliminare dei playoff che le Aquile affronteranno al “Ceravolo” e cosa potrebbe succedere da qui a tre settimane se lo chiedono anche tante leggende del club, gente che situazioni del genere le ha vissute più di una volta e che più di una volta ha trasformato i sogni in realtà. Domenica, per esempio, Adriano Banelli ha approfittato della vicinanza con Città di Castello (dov’è nato, è tornato a risiedere per la maggior parte del tempo e ora insegna pure tecnica ai ragazzi della scuola calcio “Madonna del latte”) per rivedere da vicino quella che è sempre la sua squadra. «Secondo me i playoff li può vincere, ha dimostrato di giocarsela con tutti, soprattutto con quelle al vertice», ha spiegato Adriano, unico calciatore protagonista di tutte e tre le promozioni in A. «Certo, gli spareggi sono una lotteria che dipende da tanti fattori, ma sono fiducioso perché le condizioni ci sono. E non dimentichiamo che le difficoltà maggiori le abbiamo avute con le piccole come l’Ascoli, la Reggiana, la stessa Ternana. Ecco, l’ultima sconfitta non è stata una sorpresa, c’erano motivazioni troppo differenti fra le due formazioni». Banelli non era da solo al “Liberati”, accanto a lui sedeva Massimo Palanca (a proposito di bandiere che vivono da quelle parti) col quale di recente ha condiviso anche qualche “trasferta” a sostegno del Cagliari di un altro grande ex giallorosso, Claudio Ranieri. «Cosa non va in questo Catanzaro? La sola cosa che mi preoccupa un po’ sono gli infortuni, dopo D’Andrea e Ghion si è fermato anche Ambrosino, valida alternativa in attacco che dava freschezza, ma speriamo che la sua assenza non si faccia sentire», ha aggiunto Banelli, nel Catanzaro per 12 stagioni (senza contare quelle da allenatore e dirigente) e ancora oggi recordman di presenze. «Cosa mi piace di più? Il gioco è il vero punto di forza, Vivarini ha dato organizzazione a una squadra che, con il possesso palla, mette in difficoltà chiunque. E comunque non scherzano neanche i giocatori: Iemmello è sempre un pericolo per gli avversari quando sta bene, il centrocampo è assortito e completo, la difesa per me era già buona prima che arrivasse la ciliegina Antonini, lo è adesso a maggior ragione». Venerdì sera la sfida con la Sampdoria sarà un antipasto, se non una vera e propria prova generale qualora l’accoppiamento venisse ripetuto nel turno preliminare: «Contro i blucerchiati segnai il mio secondo gol in A e li battemmo 1-0 in casa (20 febbraio 1972, ndr) – ha ricordato Banelli -, ma in generale preferirei evitarli al primo turno per la storia, il tifo e tutto ciò che rappresenta la Samp. Sui tifosi, comunque, ci siamo anche noi, sto rivedendo il pubblico che ci seguiva negli anni d’oro con la differenza che allora erano per metà calabresi, ora tutti catanzaresi. I numeri, il loro entusiasmo e la loro partecipazione possono fare la differenza anche se poi conterà soprattutto arrivarci bene e senza troppe pressioni, come successe a noi quel 27 giugno 1971, il giorno in cui battemmo il Bari al “San Paolo” e portammo per la prima volta la Calabria in Serie A».