Una squadra che gioca a memoria anche con le seconde linee è una rarità, eppure il Catanzaro lo ha fatto senza troppi problemi. Per questo Vivarini era soddisfatto nonostante la sconfitta per 1-3 incassata dalla Sampdoria: succede da due anni, ma una cosa è riuscirci in C con un gruppo tecnicamente superiore a quasi tutti gli altri, diverso e per niente scontato è ripeterlo in B con avversari dai valori assoluti più alti. La sicurezza, la velocità, l’efficacia con cui hanno gestito i calciatori del tecnico abruzzese hanno gestito quasi tutto il primo tempo e l’inizio del secondo - minuto più, minuto meno - sono state da applausi. Molto più del risultato, contava che tutti dimostrassero di essere utili, con le proprie qualità, sulla strada maestra che è il gioco codificato dal coach 58enne.
Certo, sono stati anche commessi errori che hanno regalato la partita agli avversari, ma sarebbe stato impossibile e pure un po’ ingiusto chiedere concentrazione massima a dei ragazzi che avevano già la testa alla prossima partita, quella fin qui più importante della stagione. Insomma, dal venerdì sera al “Ceravolo” sono rimaste tante cose buone sui piani individuale e collettivo. Tanto che la felicità di Pirlo a fine partita («Abbiamo fatto un’ottima gara contro una squadra che gioca un ottimo calcio») non è sembrata solo di facciata.
Personalità. Nemmeno questo aspetto è mancato: Miranda ha gestito tante situazioni che pareva un veterano, Stoppa si è dannato anche nel finale per cercare il gol contro la “sua” squadra (è in prestito dalla Samp), Oliveri non ne parliamo nemmeno. L’esterno aveva già fatto vedere che non è il tipo che si tira indietro e il gran gol segnato - il primo fra i professionisti - l’ha ripagato di un’annata finora non positiva come sperava e voleva: «Ora inizia davvero il bello», ha detto emozionato. «La rete è stata un’emozione forte, la dedico a tutta la mia famiglia, che ci tiene molto, in particolare al mio fratellino e alla mia sorellina. Nelle ultime partite ho dimostrato di essere pronto in qualsiasi ruolo scelga di utilizzarmi il mister, che ha ragione pure quando dice che mi sono levato un po’ di negatività», ha aggiunto Oliveri, jolly sulla destra, da terzino o a centrocampo, e già promosso un anno fa con il Frosinone: «Dovesse ripetersi pure stavolta sarei un talismano».
Esperienza. La polvere se l’è tolta di dosso anche Sala, all’esordio fra i pali e autore di varie parate complicate oltre che bravo pure lui nella costruzione dal basso: «Aspettavo questo momento da tanti anni perché da tanto aspettavo di tornare in B (da un Ternana-Palermo di sei anni e cinque giorni prima, ndr), quindi sono contento per me anche se mi dispiace per la squadra. Ora rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di fare questo mini-campionato al meglio perché, infortuni a parte, ci arriviamo bene. Il mio ruolo di vice? Stare fuori è dura, ma amo molto il gruppo portieri, chi fa il secondo come me deve essere maniacale per far allenare bene il primo, è successo anche a me quando ero titolare, quindi con Andrea (Fulignati, ndr), portiere che ha caratteristiche che mi piacciono tanto, cerco di fare lo stesso».
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