Catanzaro sembra tornata indietro nel tempo: era da decenni che non viveva due annate esaltanti, una dietro l’altra, e da altrettanto tempo nessuno, in città, si sentiva autorizzato a infilare la prima lettera dell’alfabeto nei discorsi relativi al calcio e ai giallorossi. Se stavolta possono farlo è grazie al club, a Vivarini, ai calciatori che da oggi pomeriggio cominciano a preparare l’assalto ai playoff e al Brescia, atteso sabato sera al “Ceravolo” per il turno preliminare. L’assillo della promozione non esiste, ma dal momento che le Aquile sono in ballo… tanto vale provarci. Del resto, nessuno più di loro ha dimostrato di poter battere chiunque su qualsiasi terreno.
Chi pensava che lo scorso torneo dei record in Serie C fosse insuperabile, almeno a breve termine, ha cominciato a ricredersi subito: lo stesso gruppo allenatore-giocatori ha spazzato via le incognite del ritorno in B stupendo tutti prima e confermandosi poi, anche per merito dell’inserimento di alcuni dei giovani arrivati in estate. Per questo i programmi iniziali di una salvezza possibilmente tranquilla sono stati stravolti dal quinto posto in classifica con 60 punti, il prodotto di un cammino continuo (mai sotto la settima piazza) ed equamente suddiviso fra girone d’andata e girone di ritorno.
Vivarini ha aggiunto un altro pezzo di storia alla sua esperienza al “Ceravolo” eguagliando il numero di vittorie stagionali in B di Seghedoni (17 nel ‘70-71, l’annata della prima A), aumentando quello dei successi in trasferta (otto, il vecchio primato era di cinque) e dei gol segnati (59, prima era di 50). Per punti in classifica la sua è una panchina da podio in questa categoria: guida sempre Seghedoni con 64 (chiaramente col peso dei tre punti a vittoria), segue Di Marzio con 61 (torneo ‘75-76 e altra promozione in A), quindi sono alla pari Sereni (terza e ultima promozione in A nel ‘77-78), Guerini (’87-88) e proprio il 58enne abruzzese.
Sessanta punti sono lo stesso bagaglio con cui il Cagliari – un anno fa – ha chiuso il torneo (alla pari col Parma, quarto solo per gli scontri diretti) e iniziato la scalata verso la massima serie completata all’ultimo minuto della finale di ritorno in casa del Bari. Questo Catanzaro non si può paragonare ai sardi costruiti per vincere, però la cadetteria ha riservato sorprese giornata dopo giornata, quindi non è scontato che la promozione se la giochino solo le favorite Venezia e Cremonese. Con cui le Aquile hanno del resto dimostrato di essere all’altezza: battendo i veneti in rimonta l’1 maggio e pareggiando, senza mai sembrare inferiori, i due confronti con i lombardi.
Nel film del campionato, però, ci sono state anche altre imprese: la vittoria di Marassi a ottobre e quella al “Barbera” di Palermo a dicembre (entrambe per 1-2), soprattutto il blitz di Parma (0-2) dove Biasci e Antonini hanno firmato l’unico successo di una squadra ospite negli ultimi 14 mesi. E poi i due derby in casa e trasferta, il saccheggio di Modena e, sempre nel girone di ritorno, l’acquisita capacità di soffrire e gestire i momenti più duri, con maturità e cinismo, non solo bellezza. Insomma, il lungo viaggio compiuto fin qui sembra sia stato tarato per essere pronti ai playoff. Sarà un successo comunque vada.
Catanzaro, quel pensiero stupendo
Comincia oggi l’assalto al Brescia, atteso sabato al “Ceravolo” per il primo turno
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