Una battaglia su tutti i fronti. Sul piano tecnico come su quello tattico, dal punto di vista nervoso e dell’agonismo, anche e soprattutto su quello fisico. Catanzaro-Brescia non si farà mancare niente, sarà lo scontro più duro nel turno preliminare dei playoff. Per andare avanti, le Aquile dovranno dimostrarsi all’altezza sotto qualsiasi aspetto, pure su un terreno apparentemente meno congeniale qual è quello della lotta: sabato sera al “Ceravolo” andrà in scena un vero e proprio crash test.
Il Brescia è allenato da uno dei più esperti tecnici della B (Maran), ha alcuni giocatori di categoria superiore (Cistana e Bisoli, per esempio), la stessa leggerezza d’animo dei giallorossi (dopo la retrocessione dell’anno scorso con successiva riammissione neanche il presidente Cellino chiede di più) e una struttura “pesante” (intesa in termini di stazza dei calciatori) che non ha niente da invidiare a nessuno, se non al solo Venezia, e la rende per questo molto pericolosa.
Il Catanzaro ha capito nelle due gare disputate in campionato quanto l’impatto fisico dell’avversario possa essere fastidioso e complicato da gestire: è stato in particolare con queste qualità che i lombardi hanno ribaltato il doppio svantaggio dell’andata e annullato il gol di Biasci al ritorno.
Sabato non ci sarà il colosso infortunato Borrelli, a bersaglio al “Rigamonti”, però non scherza nemmeno Moncini, centravanti sulla via del recupero, mentre fra Bjarnason e gli altri componenti della batteria di trequartisti e centrocampisti, Maran ha una mezza dozzina di elementi grandi e grossi, sopra il metro e ottanta.
Il Brescia non produce calcio champagne, né segna tanto (undicesimo per gol fatti), ma cinismo, compattezza e fisico ne possiede in quantità. Insomma, sono annunciati tanti duelli d’impatto, soprattutto nella metà campo delle Aquile. Che comunque li temono meno di quanto si possa pensare guardando una squadra di relativi “piccoletti”: ne hanno vinti il 52%, più di tutte le altre in campionato (dati Opta). Insomma, sanno rimediare a certe lacune e sofferenze.
Nel girone di ritorno il Catanzaro si è rivelato diverso rispetto a quello d’andata, più pronto e tosto, anche grazie all’inserimento invernale di Antonini, che ha portato in dote i chili e centimetri che servivano dietro.
Senza dimenticare che la squadra di Vivarini difende sempre in maniera collettiva – in B gli uno contro uno sono spesso un azzardo – il “peso” del centrale brasiliano si è rivelato decisivo e potrebbe esserlo di nuovo nei playoff. Dell’inserimento di Matias ne hanno beneficiato anche gli altri compagni di reparto: Scognamillo e Brighenti quando si sono alternati al suo fianco (soprattutto il primo), Veroli o lo stesso Scognamillo nelle poche occasioni in cui si sono dati il cambio sulla sinistra. Almeno un ballottaggio nel pacchetto arretrato è in corso (meglio l’esperienza di Brighenti o la freschezza di Veroli?), però non ci sono dubbi sull’impiego di Antonini, la colonna portante, anche se non l’unica, con la quale provare ad assorbire l’onda d’urto del Brescia.
Per vincere la battaglia del “Ceravolo” e prepararsi al meglio a ciò che verrebbe subito dopo.
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