Vibonese, si dimette il direttore generale Gagliardi a un paio di giorni dal Consiglio d’amministrazione
Antonello Gagliardi gioca d’anticipo e, con una mail indirizzata ai soci con in testa il presidente Pippo Caffo, ha comunicato le sue dimissioni sia da direttore generale che da amministratore delegato. Al Consiglio d’amministrazione straordinario convocato per domani pomeriggio si presenterà quindi da dimissionario. Una mossa che anticipa di qualche ora il probabile licenziamento. L’addio del manager vibonese non è un fulmine a ciel sereno e per gli attenti osservatori delle vicende rossoblù era nell’aria. Nessun terremoto, insomma. I rapporti con la famiglia Caffo erano ridotti al minimo sindacale dopo alcune prese di posizione di Gagliardi senza la necessaria e dovuta autorizzazione da parte della proprietà. Il vertice societario rappresentato da Pippo Caffo tende infatti a separare l’aspetto manageriale da quello tecnico. Sul campo la Vibonese ha dato il meglio di sé e il presidente ha poco da dire all’allenatore Antonio Buscè e alla squadra andata oltre le più rosee aspettative. Diverso il giudizio su quelli che erano gli obiettivi da raggiungere extracampo e qui le note si fanno dolenti chiamando in causa Gagliardi nella duplice veste di amministratore delegato e direttore generale. L’allargamento della base societaria è stato solo nella forma ma non nella sostanza con il presidente Caffo costretto a una nuova ricapitalizzazione per contenere le perdite e il gruppo Caffo che ha iniettato liquidità sotto forma di sponsorizzazioni per circa 500mila euro. Tutti gli altri soci non superano il 30% delle quote e il loro apporto, seppur prezioso, non basta a coprire le enormi spese di una società che in Serie D è condannata a vincere. Gagliardi aveva preso l’impegno di avviare l’azionariato popolare che, tuttavia, è rimasto al palo così come non è decollato il progetto con le scuole mentre si sono confermati deludenti i numeri degli incassi per ogni singola partita con una media non superiore ai 500 spettatori paganti e un picco di 1500 nei playoff con la Reggina (800 di questi tuttavia di fede amaranto). La Vibonese avrebbe potuto raccogliere qualcosa dalla pay-tv ma nonostante la partnership con un media locale le sue partite non sono mai state trasmesse in diretta con comprensibile lamentela dei tifosi rossoblù che vivono fuori dai confini calabresi. Nulla di fatto sul riammodernamento dello stadio con Gagliardi che ha sbattuto – come altri in passato – sull’incapacità del Comune di Vibo di scrivere un bando di gara per la gestione pluriennale dell’impianto. Quanto basta per capire che le dimissioni del direttore generale – revocabili o irrevocabili – verranno accolte dal presidente rossoblù Caffo che non lascerà la guida della Vibonese e, probabilmente, ha già in testa un piano per rilanciarla.