L’avrebbe meritata all’andata, la cercherà stasera con tutte le sue forze. Il Catanzaro è obbligato a vincere in casa della Cremonese per non abbandonare il sentiero che porta in Serie A. Nove mesi fa, quando tutto è cominciato proprio allo “Zini”, era inimmaginabile essere ancora adesso in corsa per l’accesso alla finale playoff.
Dopo il 2-2 di martedì al “Ceravolo”, un pareggio non basterebbe e forse è meglio così per una squadra che è sempre stata stuzzicata dalle grandi imprese, dall’infrangere i tabù e da avversari inarrivabili – almeno sulla carta – com’è pure la squadra di Stroppa. La divisa da guastafeste si adatta a meraviglia ai giallorossi, che non hanno certo intenzione di togliersela di dosso: dopo aver riacciuffato il Brescia in extremis e rimontato il doppio svantaggio proprio con la Cremonese… magari non c’è due senza tre.
«È importante pensare alla cornice di pubblico al nostro seguito, ne avremo bisogno, ci fa sentire forti, è come avere le spalle coperte», ha sottolineato Vincenzo Vivarini dopo la rifinitura a Giovino.
Questa è la gara più importante della sua carriera da allenatore, ma lo stesso vale per una buona fetta (tutti quelli nati dagli anni ’80 in poi) degli oltre 5.000 tifosi giallorossi che hanno esaurito il settore ospiti, i distinti nord e hanno preso anche un bel po’ di biglietti in tribuna: dalla Calabria (tre autobus sono partiti da Catanzaro fra le 2 e le 3 di stanotte, tanti altri lo fanno stamattina con aerei o treni), dal centro-nord Italia, da Svizzera e Germania. Iemmello e compagni sono il «grido di speranza» di cui parla l’inno degli anni d’oro (e che non è mai stato soppiantato). Trasferta sì, ma fino a un certo punto.
Carica. Sul piano emozionale, le rimonte playoff e la spinta della gente sono importanti, ma ciò che è stato fatto in campo all’andata lo è anche di più, considerando la consistenza casalinga di una Cremonese che ha vinto nove degli ultimi 13 incontri interni con la porta inviolata sette volte: «All’andata, contro una squadra attrezzatissima anche in fase difensiva, abbiamo non solo segnato due gol, ma creato tre o quattro situazioni per farne altri, quindi la consapevolezza di cosa dobbiamo e possiamo fare c’è tutta».
E può garantire la tranquillità di cui hanno bisogno le Aquile per esprimersi al meglio. «A me interessa poco ciò che deve fare la Cremonese – ancora il tecnico abruzzese –, di sicuro bisognerà limitare il più possibile le loro individualità di livello alto difendendo bene, con attenzione, restando svegli in determinate situazioni. Le difficoltà dell’andata le abbiamo evidenziate e abbiamo capito come dire la nostra pure in quei casi, del resto ne abbiamo parlato veramente poco perché, per una sfida del genere, non c’è quasi niente da dire».
Coesione. Uno degli aspetti principali della gestione Vivarini è l’unione del gruppo. L’anno scorso in C, dopo la promozione, il Catanzaro ha continuato a macinare record anche grazie alla fame di chi aveva giocato meno. Ora sta trovando risorse ed energie da quanti lo spazio l’hanno ritrovato a sorpresa.
«Chi ha sofferto nel corso della stagione sta garantendo un apporto dall’importanza stratosferica», ha spiegato Vivarini citando Brignola e Donnarumma, Stoppa e Pompetti, e inquadrando il discorso nel contesto della terza gara in una settimana che rende tutto più complicato: «Abbiamo sempre dato massima attenzione a chi non giocava, questo lavoro ce lo stiamo ritrovando. Fisicamente la condizione è ottimale, tutti hanno recuperato totalmente e Situm è una soluzione in più, vediamo se in partita dovremo usare accorgimenti, certo ci sarà da sbagliare il meno possibile ed essere capaci di leggerla bene».
Le probabili formazioni
Cremonese: Saro, Antov, Ravanelli, Bianchetti, Zanimacchia, Vazquez, Castagnetti, Collocolo, Quagliata, Coda, Tsadjout. All. Stroppa
Catanzaro: Fulignati, Situm, Scognamillo, Antonini, Veroli, Brignola, Petriccione, Pontisso, Vandeputte, Biasci, Iemmello. All. Vivarini
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