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Catanzaro, voti stagionali altissimi. Vivarini, l’architetto di una squadra che ha espresso il calcio più bello del torneo

Iemmello faro con 17 gol e 7 assist, Vandeputte a ruota con 9 reti e 14 servizi vincenti

La stagione da incorniciare del Catanzaro ha voti altissimi per tutti. Dalla proprietà ai dirigenti, dal tecnico a chi ha lavorato quotidianamente in società fino al calciatore meno impiegato: ognuno ha contribuito al quinto posto in campionato, al passaggio del turno preliminare playoff, a scrivere pagine indelebili. Insomma, un ritorno in Serie B in grande stile che sul piano emozionale merita un dieci in pagella generale. Su quello del campo vanno ovviamente fatti dei distinguo, perché non tutti hanno dato lo stesso contributo.
Eccellenti I migliori stanno sulle dita di una mano. Il primo è Vivarini, l’architetto di una squadra che ha espresso il calcio più bello del torneo e non ha mai avuto timori, ci ha provato sempre e spesso c’è riuscita, in qualsiasi campo (non a caso ha rinnovato il record di vittorie in trasferta dei giallorossi) e contro qualsiasi avversario, con calciatori che hanno reso al massimo delle proprie possibilità e forse anche di più. Insieme al coach, un poker di elementi. Uno è Iemmello, naturalmente: capitano nel vero senso della parola, in certe partite superiore a chiunque, anche a gente che il prossimo anno sarà in A (perché lui in A potrebbe starci a occhi chiusi). Con 17 gol e sette assist Iemmello ha numeri che si abbinano perfettamente a quelli dell’altro veterano top, cioè Vandeputte. Il belga di reti ne ha segnate nove, di assist ne ha messi a referto 14, più di chiunque altro. Gli altri due eccellenti sono Antonini e Petriccione: il brasiliano non aveva mai giocato in B prima di gennaio, ma ha avuto da subito un impatto straordinario (oltre a quattro gol), mentre il play a questa categoria era abituato ed è diventato in fretta il motore della squadra, con qualità e grinta.
Molto buoni Un po’ più sotto i magnifici cinque (per questione di sfumature) ci sono Fulignati, Biasci, Sounas, Scognamillo, Veroli e Ambrosino. I primi quattro erano in cerca di riscatto, gli altri due alla prima prova (o quasi) fra i grandi. Il portiere è stato fra i migliori della categoria, l’attaccante ha segnato 11 gol – tutti pesantissimi – da matricola, il greco si è rivelato un delizioso sviluppatore di gioco (con tre reti all’attivo), Scognamillo un centrale difensivo affidabilissimo. Quanto a Veroli e Ambrosino, il Cagliari e il Napoli (che li hanno prestati al Catanzaro) si saranno sfregati le mani: ventenni rampanti e giustamente titolari, chi quasi dall’inizio (Veroli), chi nella seconda parte (Ambrosino). Nella categoria (tendenti all’eccellenza) rientravano anche Ghion (poi infortunatosi) e Katseris (venduto a gennaio).
Buoni Situm, Brighenti, Verna, Pompetti, Pontisso oltre la sufficienza. Hanno giocato meno di altri per motivazioni differenti (infortuni e scelte tecniche) e per questo non hanno avuto costanza, però quando sono stati chiamati in causa si sono espressi su livelli all’altezza della situazione: il Situm di Parma o Cosenza, per esempio, il Brighenti dei derby, il Verna della parte iniziale o il Pontisso di quella finale, Pompetti in modo un po’ più uniforme nell’arco dell’annata.
Sufficienti D’Andrea si era appena inserito quando si è fermato per un infortunio a un ginocchio, Oliveri ha dovuto aspettare quasi un anno per avere più spazio (e ora si stava mettendo in mostra), Stoppa aveva iniziato benino, però poi non si è visto più, Miranda se l’è cavata nei rari momenti in cui ha potuto.
Insufficienti Brignola e Donnarumma hanno fatto sognare i tifosi nei playoff, ma prima non hanno rispettato le attese, proprio come Krajnc. Non giudicabili i portieri di riserva Sala (solo 92’) e Borrelli (mai impegnato).

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