Catanzaro, voti stagionali altissimi. Vivarini, l’architetto di una squadra che ha espresso il calcio più bello del torneo
La stagione da incorniciare del Catanzaro ha voti altissimi per tutti. Dalla proprietà ai dirigenti, dal tecnico a chi ha lavorato quotidianamente in società fino al calciatore meno impiegato: ognuno ha contribuito al quinto posto in campionato, al passaggio del turno preliminare playoff, a scrivere pagine indelebili. Insomma, un ritorno in Serie B in grande stile che sul piano emozionale merita un dieci in pagella generale. Su quello del campo vanno ovviamente fatti dei distinguo, perché non tutti hanno dato lo stesso contributo. Eccellenti I migliori stanno sulle dita di una mano. Il primo è Vivarini, l’architetto di una squadra che ha espresso il calcio più bello del torneo e non ha mai avuto timori, ci ha provato sempre e spesso c’è riuscita, in qualsiasi campo (non a caso ha rinnovato il record di vittorie in trasferta dei giallorossi) e contro qualsiasi avversario, con calciatori che hanno reso al massimo delle proprie possibilità e forse anche di più. Insieme al coach, un poker di elementi. Uno è Iemmello, naturalmente: capitano nel vero senso della parola, in certe partite superiore a chiunque, anche a gente che il prossimo anno sarà in A (perché lui in A potrebbe starci a occhi chiusi). Con 17 gol e sette assist Iemmello ha numeri che si abbinano perfettamente a quelli dell’altro veterano top, cioè Vandeputte. Il belga di reti ne ha segnate nove, di assist ne ha messi a referto 14, più di chiunque altro. Gli altri due eccellenti sono Antonini e Petriccione: il brasiliano non aveva mai giocato in B prima di gennaio, ma ha avuto da subito un impatto straordinario (oltre a quattro gol), mentre il play a questa categoria era abituato ed è diventato in fretta il motore della squadra, con qualità e grinta. Molto buoni Un po’ più sotto i magnifici cinque (per questione di sfumature) ci sono Fulignati, Biasci, Sounas, Scognamillo, Veroli e Ambrosino. I primi quattro erano in cerca di riscatto, gli altri due alla prima prova (o quasi) fra i grandi. Il portiere è stato fra i migliori della categoria, l’attaccante ha segnato 11 gol – tutti pesantissimi – da matricola, il greco si è rivelato un delizioso sviluppatore di gioco (con tre reti all’attivo), Scognamillo un centrale difensivo affidabilissimo. Quanto a Veroli e Ambrosino, il Cagliari e il Napoli (che li hanno prestati al Catanzaro) si saranno sfregati le mani: ventenni rampanti e giustamente titolari, chi quasi dall’inizio (Veroli), chi nella seconda parte (Ambrosino). Nella categoria (tendenti all’eccellenza) rientravano anche Ghion (poi infortunatosi) e Katseris (venduto a gennaio). Buoni Situm, Brighenti, Verna, Pompetti, Pontisso oltre la sufficienza. Hanno giocato meno di altri per motivazioni differenti (infortuni e scelte tecniche) e per questo non hanno avuto costanza, però quando sono stati chiamati in causa si sono espressi su livelli all’altezza della situazione: il Situm di Parma o Cosenza, per esempio, il Brighenti dei derby, il Verna della parte iniziale o il Pontisso di quella finale, Pompetti in modo un po’ più uniforme nell’arco dell’annata. Sufficienti D’Andrea si era appena inserito quando si è fermato per un infortunio a un ginocchio, Oliveri ha dovuto aspettare quasi un anno per avere più spazio (e ora si stava mettendo in mostra), Stoppa aveva iniziato benino, però poi non si è visto più, Miranda se l’è cavata nei rari momenti in cui ha potuto. Insufficienti Brignola e Donnarumma hanno fatto sognare i tifosi nei playoff, ma prima non hanno rispettato le attese, proprio come Krajnc. Non giudicabili i portieri di riserva Sala (solo 92’) e Borrelli (mai impegnato).