La diplomazia si è messa in moto e ha tessuto la tela per tutta la giornata di ieri facendo registrare alcuni piccoli passi avanti nella “vertenza” Vivarini.
Non c’è ancora niente di definitivo, ma se le parti hanno cominciato a parlarsi è già qualcosa di buono visto che finora non l’avevano mai fatto, almeno non nei modi in cui ci si aspetterebbe per risolvere una situazione tanto complessa.
Il Catanzaro e il suo allenatore, di fatto un ex perché due settimane fa ha detto di non voler più rimanere, devono separarsi e quindi trovare un’intesa per la risoluzione del contratto che li vincolerebbe ancora per un’altra stagione. Il Frosinone è la terza parte interessata in questo momento, perché aspetta che il cinquantottenne abruzzese si liberi per affidargli la panchina.
Si pensava che lunedì potesse arrivare un cenno dallo stesso tecnico, in realtà la spinta l’avrebbe data una telefonata partita dalla Ciociaria. Il contatto ha coinvolto i massimi dirigenti dei due club, cioè Floriano Noto e Maurizio Stirpe e forse solo questa prima chiamata fra presidenti poteva dare movimentare uno stallo alla messicana degno di un western di Sergio Leone. Proprio ieri Stirpe ha tenuto una lunga conferenza stampa nella quale ha illustrato i progetti della sua società - che punta a tornare in Serie A senza smantellare la squadra -, ma non si è logicamente sbilanciato sulla caccia all’allenatore: «Chiedetelo ad Angelozzi», ha spiegato “scaricando” la vicenda al suo direttore generale che, in effetti, ha messo in cima alla lista delle preferenze proprio Vivarini, molto più quotato - da quelle parti - di Aquilani e Bianco. Per questo era inevitabile che Catanzaro e Frosinone si parlassero. Hanno aspettato l’ultima settimana della stagione e nei prossimi giorni - sperano entrambe - dovranno chiudere la questione. Per ora si tratta, anche se non si conoscono i termini.
E Vivarini in tutto questo che passo ha fatto? Nulla, almeno non direttamente. In realtà, le Aquile hanno cominciato a parlare con il suo procuratore attraverso un canale aperto con il nuovo direttore generale Paolo Morganti. Progressi concreti non ce ne sono stati finora nemmeno su questo versante, ma un po’ di margine per individuare la via d’uscita non può non esserci. È vero che il Catanzaro vorrebbe che l’allenatore e il suo staff (il secondo Milani, i preparatori Del Fosco e Zambardi, il match analyst Carcarino) presentassero le dimissioni, altrimenti avrebbe preso immediatamente il toro per le corna procedendo con un esonero. Ma da quel punto di vista (le dimissioni) non c’è stata fino a questo momento alcuna apertura. È possibile - e sarebbe plausibile - ritrovarsi a metà strada rinunciando ognuno a rimanere arroccato sulle proprie posizioni. Sarebbe la cosa più conveniente per voltare completamente pagina. L’altra strada è quella battuta da due settimane a questa parte, quella di un braccio di ferro («Le sedi opportune» ventilate da Noto) che non conviene a nessuno quando tutte le altre squadre stanno già lavorando per la prossima stagione. Il Catanzaro, il Frosinone e Vivarini sono in mezzo al guado mentre il tempo continua a stringere. Almeno adesso si stanno parlando, magari con un po’ di buon senso riusciranno anche a lasciarsi senza altri scossoni.
“Filo diretto” tra Catanzaro e Frosinone. Ma la “vertenza Vivarini” resta ingarbugliata
Telefonata del presidente Stirpe a Noto per provare a sbloccare la situazione che coinvolge le due panchine
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