Nessuna sorpresa: Vincenzo Vivarini e il suo staff non si sono presentati neanche alla seconda convocazione che il Catanzaro aveva fissato in sede nel tardo pomeriggio di ieri. Era scontato andasse così, dopo una prima “chiamata” cui non era seguita risposta, che aveva inasprito i rapporti - già molto tesi - fra la proprietà giallorossa, il tecnico abruzzese e, di riflesso, i suoi più stretti collaboratori. Però alla mancata presentazione di mercoledì non è seguita l’ennesima convocazione (sarebbe stata la terza), né il club sembra abbia preso la strada dello scontro totale attivandosi per un deferimento dei suoi tesserati al Collegio arbitrale della Lega Serie B.
Insomma, anche se le bocche su questo piano rimangono cucite da una parte e dell’altra, le diplomazie stanno lavorando col massimo impegno per evitare una coda “giudiziaria” della vicenda. Quella che farebbe perdere altro tempo a tutti quanti, al Catanzaro che deve chiudere in fretta la caccia al nuovo allenatore (e non può farlo se Vivarini è ancora formalmente in sella) e allo stesso cinquantottenne abruzzese che è sempre promesso sposo del Frosinone. Continuare a scornarsi non conviene da qualsiasi prospettiva si guardi la vicenda, al di là delle posizioni assunte fin dall’11 giugno scorso, quando si è consumata la rottura fra il presidente Noto e il suo di fatto ex coach.
Sarebbe stato facile non arrivare a questo punto. Da un lato Vivarini avrebbe potuto presentare le dimissioni quello stesso giorno, rinunciando al contratto biennale con opzione per una terza stagione (sarebbe scattata in automatico con la salvezza) firmato l’anno scorso. Dall’altro il Catanzaro poteva procedere con l’esonero per lui e i suoi collaboratori, il vice Andrea Milani, i preparatori Del Fosco e Zambardi. Ma non c’è stato nulla di tutto questo e la questione si è incancrenita diventando particolarmente cruda sui social.
Canali aperti Una via d’uscita comunque si intravede. Nulla di definitivo, ma sicuramente è più concreta di quanto non lo fosse anche solo quarantott’ore fa. Magari stanno continuando a parlarsi informalmente il procuratore di Vivarini con il direttore generale delle Aquile Paolo Morganti, magari il dialogo è aperto su più fronti, ma è la sostanza ciò che conta, non chi conduce le trattative. E la sostanza è che il Catanzaro e Vivarini si stanno parlando per separarsi nei prossimi giorni. Anzi, il prima possibile. Si arriverà a luglio? La sensazione è che entrambe le parti in causa vogliano finirla prima della scadenza di questa stagione sportiva, cioè entro domenica. A quel punto, come se non fosse successo niente in queste due settimane e mezzo in cui, al contrario, è successo tanto, ognuno sarà libero di scegliere la propria strada e mettersi alle spalle un passato fatto di record, partite indimenticabili e due campionati che rimarranno nella storia del calcio giallorosso.
Catanzaro e Vivarini, c’è una via d’uscita
Nonostante il tecnico non si sia presentato neanche alla seconda convocazione del club
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