È il momento, con la “M” rigorosamente maiuscola. Con tutto il rispetto per la Coppa Italia, la trasferta di Empoli aveva significati, fascino e importanza limitati in confronto alla gara di questa sera con il Sassuolo. È il vero primo ballo del nuovo e per ora incompleto Catanzaro di Fabio Caserta. Il debutto più suggestivo, perché va in scena in un “Ceravolo” pieno come una discoteca sul mare nel cuore dell’estate, sold out da giorni e con il nuovo record storico di abbonati (oltre 5.400) che la dice lunga su come la piazza abbia positivamente reagito al cambio di gestione tecnica. «Non dobbiamo pensare all’anno scorso, ma a ciò che dobbiamo fare adesso», ha sottolineato il quarantacinquenne, che se da questo scontro uscisse con le tasche ricche di punti comincerebbe alla grande l’operazione di demolizione di un passato ovviamente ingombrante. Questo start in campionato è comunque parecchio tosto, perché se l’Empoli otto giorni fa aveva valori assoluti superiori, il Sassuolo atterra in Calabria con uno spessore simile in quasi tutti i reparti. E d’altra parte i giallorossi hanno scelte risicate sulla fascia destra (oggi arriva Demba Seck, martedì toccherà a Cassandro) e gli uomini contati in attacco. Ma guai a dare per spacciata una squadra che può contare sulla spinta di 13mila persone, può aggrapparsi ai gemelli del gol Iemmello e Biasci e non è più una matricola, quindi sa bene cosa aspettarsi. «Una sfida del genere è molto emozionante, faremo di tutto per ottenere il successo. Si avverte l’attesa, non vediamo l’ora di cominciare e i ragazzi si sono preparati molto bene, sono contento di ciò che ho visto in settimana», ha spiegato Caserta. Iniziare contro una corazzata non è il massimo, ma non è che il Sassuolo avrà vita facile al “Ceravolo”: «Le difficoltà le avremo noi, ma anche loro, soprattutto in alcune fasi sarà fondamentale stare attenti, concentrati, capaci di leggere i momenti cercando di sfruttare le nostre armi. È vero che in alcuni ruoli siamo corti, ma compattandosi si può andare oltre i problemi», ha avvisato il coach, che conta tanto anche sul ruggito dello stadio. Gli undici Iemmello e Biasci in attacco e Pigliacelli fra i pali sono gli estremi del Catanzaro, che rispetto alla Coppa deve cambiare assetto: «Vorrei giocare 4-2-3-1 o 4-4-2, ma in questa partita non si può, siamo attrezzati per altro e comunque in ritiro abbiamo lavorato con più sistemi per essere pronti a tutto», ha tagliato corto Caserta. L’infortunio di Compagnon e le squalifiche di Brignola, Scognamillo e Pittarello tolgono uomini in alto a destra e alternative dietro e davanti. Quindi spazio al 3-5-2 con Situm, recuperato dagli acciacchi («venerdì si è allenato con gli altri») che dovrebbe farcela e muoversi come “quinto” a destra. Turicchia o Ceresoli duellano per l’esterno sinistro, Pagano può essere schierato mezzala (mancina) con Petriccione e Pontisso. La soluzione con la difesa a tre (Brighenti, Antonini e Bonini) sembra la più razionale per ora. Il mercato Il ds Polito cerca ancora un altro mediano (Mamadou Coulibaly della Salernitana) e almeno altri due elementi offensivi fra esterno sinistro (Buso, Falletti, Della Morte, Livolant) e punta centrale. «Sì, ci manca qualcosa, però la società sta facendo di tutto per cercare di completare la ros. Io, comunque, al mercato non ci penso durante la settimana, figurarsi alla vigilia di una partita», ha aggiunto Caserta, che non si è sottratto a parlare dell’eredità di Vivarini e di un cambio – fisiologico – fra il vecchio Catanzaro e il suo. «Questa squadra ha principi chiari, il palleggio e il dominio sono in linea con quelli di Vivarini, su altre cose la vedo diversamente».