Rimandare l’appuntamento con la prima vittoria stagionale crea rimpianti, ma non deve allarmare più di tanto. Lo 0-0 con la Juve Stabia ha detto soprattutto una cosa: il Catanzaro può solo crescere. Che avesse bisogno di tempo per farlo era scontato ed è stato ribadito in tutti modi, ma un conto è provarci col morale a terra dopo una sconfitta, un’altra con lo sguardo dritto per aver comunque ottenuto un risultato parzialmente positivo. E allora nel gioco delle prospettive, il punto di domenica scorsa va inquadrato in quella del mezzo pieno, con buona pace di chi pensava che nel giro di nemmeno due mesi Caserta potesse proporre un gioco calibrato a memoria come quello della stagione precedente, cesellato attraverso un lavoro lungo due anni. Per vedere una più definita versione delle Aquile bisognerà aspettare la sosta della prossima settimana e il pieno inserimento degli uomini presi sul mercato, del quale si può dare un giudizio (anche se non ancora complessivo) sul solo e bravo Bonini: Cassandro e Seck hanno appena rotto il ghiaccio, Buso era in tribuna, Compagnon ai box per infortunio, Ceresoli e Pagano alla seconda gara in B, Pittarello ha giocato (molto bene) la sua prima mezz’ora in campionato. Se non sono attenuanti queste… Certo, è chiaro che riempire il serbatoio contro una neopromossa come la Juve Stabia sarebbe stato meglio in vista della delicatissima trasferta a Cesena in programma domani sera, nella quale il tecnico calabrese dovrà probabilmente rinunciare a Situm (che ha accusato un nuovo problema muscolare nella ripresa del match con i campani) e magari cambierà qualcosa visto il turno ravvicinato. Però domenica sera al “Ceravolo” la squadra più avanti – per preparazione, assemblaggio, sintonia – era quella avversaria, non i padroni di casa. Che hanno sofferto per un’oretta, sudato freddo al momento del gol di Candellone poi annullato dal Var, ma dietro hanno concesso tutto sommato poco e alla lunga sono usciti fuori: con carattere e orgoglio di sicuro, ma anche con idee diverse rispetto a quelle mostrate prima. Cambiare l’inerzia della sfida, pur non essendo riusciti a segnare il gol che sarebbe stato meritato per occasioni create, è un aspetto che dà fiducia. Esordio. Fiducia la garantisce pure la prestazione di Pittarello, che ha colpito una traversa e garantito, dal momento del suo ingresso in campo, un’opzione aggiuntiva essenziale per la manovra giallorossa: «Abbiamo trovato una formazione organizzata e forte, con idee chiare e l’entusiasmo per il campionato vinto l’anno scorso – ha spiegato l’attaccante –. È stata una partita dai due volti, nel secondo tempo siamo andati meglio noi, ma evidentemente doveva finire così. Cosa mi ha chiesto il mister quando sono entrato? Di tenere la palla alta per cercare di uscire dalla pressione uomo contro uomo della Juve Stabia». Il compito l’ha eseguito alla grande. A Pittarello è praticamente mancato solo il gol, ma il resto rimane: «Ho avuto un impatto da brividi con questo stadio e questi tifosi. Con noi nuovi arrivati, Iemmello e gli altri senatori si sono subito messi a disposizione e ci hanno fatto capire cosa significhi indossare una maglia così pesante. Siamo una squadra importante e con determinati e chiari obiettivi, per crescere dobbiamo giocare l’uno per l’altro perché partita dopo partita l’asticella si alza».