La transizione fra il vecchio e il nuovo. Nella convincente vittoria del Catanzaro sulla Carrarese (3-1) si è cominciato a notare il processo di omologazione fra lo zoccolo duro – inteso come individualità e assetto tattico – e alcune delle novità arrivate nell’estate della rivoluzione. Qualcosa si era già visto contro il Sassuolo all’esordio e con la Juve Stabia, ma ora che è stata centrato anche il primo successo in campionato questi aspetti risaltano meglio, pur nella consapevolezza che questo percorso è appena iniziato.
Il “vecchio” sono i gol partita dei gemelli Biasci e Iemmello, cui si è aggiunto Pontisso che sta prendendo una bellissima abitudine da centrocampista con un fiuto speciale per la porta altrui. Il “vecchio” è l’assetto scelto da Caserta – il 3-5-2 delle prime quattro uscite –, per certi versi simile al 4-4-2 della passata stagione che si trasformava in 3-5-2 nella fase di possesso. Il “vecchio” sono tutti gli altri interpreti che vestono questa maglia da prima dell’estate, cioè Brighenti e Antonini, Pompetti, Petriccione e gli autori delle reti, Situm: senatori che trainano.
Il “nuovo”, invece, sono Bonini, Pigliacelli, Cassandro e i tanti acquisti entrati nella ripresa: il loro pieno inserimento sarà fondamentale perché adesso, a mercato chiuso, si volta pagina davvero. Il “nuovo” è pure la ricerca delle verticalizzazioni rapide che vuole Caserta, la posizione mancina di Situm (nuova per tutti, non per lui), la mediana di palleggiatori schierata domenica sera, i movimenti prodotti sul campo.
Top Ten
«Quando faccio gol in questo stadio e si riesce a vincere le emozioni sono grandi e l’adrenalina sale», ha spiegato Biasci, diventato il decimo marcatore all time delle Aquile con 39 sigilli. Ha sbloccato l’incontro con un colpo pesante e voluto come ogni altro suo gol in giallorosso: «Sono arrivato a questo punto con questa fame, ho giocato in tutte le categorie così e non voglio fermarmi ora. Se sono qui è anche per questo motivo, per la fantastica squadra in cui gioco, per l’ambiente che mi fa sentire un calciatore importante».
Si può dire che sia anche fondamentale, del resto è quello che ha testimoniato il rinnovo, firmato un mese e mezzo fa, che l’ha blindato fino al 2026 (con opzione): «In realtà non ho mai pensato di andarmene e, da quando ho rinnovato, il mio pensiero era di rimanere per continuare a segnare e vincere. C’è tanta concorrenza? È una cosa che fa bene e ti spinge a dare il massimo tirando fuori qualcosa in più, ma in questi tre anni la concorrenza c’è sempre stata».
Box to box
Anche Pompetti si è espresso su un buon livello legando i reparti, muovendosi dal vertice di un’area a quello dell’altra, seguendo le sue caratteristiche: «Dovevamo dare un segnale non soltanto a noi stessi, ci siamo riusciti facendo una grande partita e iniziando a mostrare e mettere in pratica ciò che ci chiede l’allenatore. Abbiamo cambiato tanto e la Serie B è il solito campionato molto impegnativo, per cui soprattutto noi che siamo qui da prima dobbiamo fare di tutto per integrare i nuovi arrivati. Al passato non dobbiamo pensarci, conta soltanto lavorare. Con la Carrarese dovevamo vincere quasi per forza, siamo contenti di averlo fatto».
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