Il primo assaggio è durato qualcosa in più di quindici minuti, quando ha rilevato Petriccione al 33’ della ripresa nella gara vinta contro la Carrarese. Si trattava di blindare una partita che era già sul 3- 1 e che il Catanzaro stava gestendo senza troppi problemi. La sua esperienza e i suoi muscoli in mezzo al campo hanno contribuito allo scopo e alla prima vittoria stagionale delle Aquile. Per Mamadou Coulibaly un discreto battesimo del fuoco, dopo appena un allenamento – quello di rifinitura del giorno prima – con i giallorossi. Per Caserta e la società la consapevolezza di aver inserito a centrocampo un elemento con la fisicità che negli ultimi tre anni è sempre mancata.
«Sono venuto a Catanzaro con l’obiettivo di dare una forte mano alla squadra, ma anche di imparare tanto dai miei compagni. A convincermi è stato il progetto importante che si sta costruendo, ma anche il bel modo di giocare della squadra. Io ho tanta voglia di fare bene», ha spiegato attraverso i canali ufficiali del club il venticinquenne senegalese, ingaggiato a titolo definitivo dalla Salernitana con un anno di contratto e opzione per la stagione successiva. Il calore della piazza campana, quello per il Palermo nel quale ha giocato in prestito nello scorso torneo e quanto ha avvertito al “Ceravolo” domenica sera sono il minimo comune denominatore delle tre più recenti esperienze di Coulibaly.
«È stato molto emozionante, c’è un ambiente che spinge tanto, come piace a me. C’è tanta pressione, i tifosi sono un tutt’uno con la squadra e questo aiuta molto, dà una carica che non si può spiegare, che spinge ad andare oltre i propri limiti», ha aggiunto il giocatore, che è stato seguito a lungo anche dalla Juve Stabia, che nel penultimo giorno di mercato sembrava potesse spuntarla se non fosse stato per lo sprint decisivo del direttore sportivo Ciro Polito. «Quando il mio procuratore (Ferrari, lo stesso di La Mantia, ndr) mi ha parlato dell’opportunità di venire qui – ha sottolineato Mamadou – ho spinto tantissimo perché si concretizzasse. L’anno scorso, quando ero nel Palermo e abbiamo giocato contro, ho parlato molto con Scognamillo, che mi ha spiegato bene quanto qui ci sia un gruppo unito e ci si senta a casa, è una cosa bellissima. Poi mi ha convinto anche Pigliacelli, che mi ha confermato le cose belle che mi aveva detto Stefano».
Con il portiere hanno condiviso un’annata in rosanero, con il difensore sempre in Sicilia, ma a Trapani (nel 2017-18), Coulibaly ha frequentato parecchio il Sud Italia dopo l’arrivo nel Paese con il marchio del settore giovanile del Pescara (con cui ha esordito in A), quindi Carpi, Entella, Udinese e Ternana, mai al di sotto della Serie B, categoria che dunque conosce alla perfezione: «Le difficoltà di questo campionato emergono quando si sottovalutano gli avversari. Qualunque squadra può vincere una partita, non si deve mai pensare di aver già vinto prima di affrontare una neo- promossa o una che non ha grandi nomi. Ogni settimana, partita dopo partita, bisogna lottare e cercare sempre di superare i propri limiti».
Catanzaro, ecco i muscoli di Coulibaly: "Sono qui per dare una mano alla squadra e imparare dai miei compagni"
Le prime parole da giallorosso del centrocampista che ha esordito nel finale della gara con la Carrarese
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