Catanzaro-Iemmello, binomio perfetto. “Re Pietro” giocherà sino a 34 anni con la maglia del cuore
Il modo migliore per festeggiare l’ha trovato il club, che ieri ha pubblicato sui suoi canali social un video con alcuni dei gol del suo capitano. È la celebrazione – doverosa – del Catanzaro nei confronti di Pietro Iemmello, ma allo stesso tempo è anche la testimonianza concreta di cosa questo attaccante stia dando alle “sue” Aquile. E di tutto quello che è diventato negli ultimi due anni e mezzo, quando ha preso la strada di casa per rilanciare una carriera che sembrava aver preso la parabola discendente. Un piccolo manuale di come tornare sulla cresta dell’onda e sulla bocca di tutti. Da lì – era gennaio 2022 - ben 57 gol (con 14 doppiette) in 99 partite, la fascia al braccio, una promozione in B, il titolo di capocannoniere di Serie C e il podio dei migliori marcatori della storia giallorossa letteralmente a un passo (meno una rete da Ghersetich, meno tre da Geraci), dietro solo all’irraggiungibile Palanca (che di centri ne ha fatti 134). La sua ultima vittima, giusto domenica scorsa, è stata la Carrarese e, in particolare, il difensore Hermannsson, uno dei tanti costretto a chinare la testa di fronte al modo in cui Iemmello sa liberarsi delle marcature: il risultato, in piena area di rigore, è stato il colpo di testa del parziale 2-1 sui toscani e il primo graffio personale di Pietro, reduce da un’annata da 17 sigilli, di cui ben quattro con un’incornata che non sarebbe la specialità della casa (al contrario, l’anno scorso è stato fra i migliori tre in B). Ora, per il trentaduenne che ha affondato l’Inter e il Milan a San Siro (con Sassuolo e Benevento), si apre sempre più la prospettiva di finire la carriera con la maglia della squadra del cuore addosso. Il rinnovo contrattuale depositato dalla società in Lega mercoledì sera ha solo ufficializzato un’intesa che Iemmello e il presidente Noto avevano raggiunto subito prima che il gruppo partisse per il ritiro di Morgex, intorno al 20 luglio. È vero che l’accordo è solo di un anno, quindi estende il vincolo dal 30 giugno del 2025 a quello del 2026, ma non è questo il punto. Il punto è che nel 2026 Pietro avrà ormai 34 anni suonati e potrà scegliere se continuare a giocare o cominciare a studiare per diventare allenatore, suo grande obiettivo futuro. Nel frattempo, i tifosi del Catanzaro potranno goderselo ancora per almeno altre due stagioni in ciò che sa fare meglio: i gol e le giocate sul campo. E lui potrà trascinare i suoi compagni come l’anno scorso e in quello precedente con la stessa cosa. Due anni almeno, perché poi Pietro sembra essere come il buon vino rosso: più invecchia, meglio si esprime. Chissà che il 2026 non sia il punto di una nuova ripartenza. Per chi ci sa fare, non è davvero mai troppo tardi. Nemmeno immaginare questa e la prossima annata come un trampolino per la scalata alla Serie A.