Finalmente gli esterni d’attacco. Hanno bisogno di trovare la condizione e le giuste sintonie, inserirsi pienamente nella squadra e garantire gli equilibri necessari, ma dopo un mese passato ad aspettarli, il Catanzaro può ora puntare anche sulle sue ali. Fra le cose buone riportate da Cittadella, la complessiva presenza degli uomini offensivi di fascia è sicuramente una di queste. Le prove dei singoli sono state differenti e, in ogni caso, non ci si può logicamente accontentare, però si è trattato di un primo e importante passo che serviva compiere dopo aver trascorso quattro giornate ad arrabattarsi con quello che c’era. Compagnon, Buso, D’Alessandro e Seck, in rigoroso ordine di apparizione (e non di prestazione) sono gli uomini che permettono di setacciare nuovi sentieri con la promessa di un nuovo gioco, ma soprattutto di maggiori incisività e imprevedibilità. Compagnon è stato il migliore del quartetto. Dopotutto è in gruppo da prima, avendo avuto la possibilità di svolgere tutto il ritiro con le Aquile prima che un infortunio lo fermasse la mattina dell’esordio ufficiale, in Coppa Italia ad Empoli. Da lì – era il 10 agosto – l’attesa per riaverlo che è finita sabato a Cittadella, alla sua prima da titolare. Il ventiduenne voluto in prestito dalla Juve Next Gen ha impiegato poco a spiegare il perché sarà essenziale: quando gli arriva palla sulla destra non si fa pregare, punta l’avversario, crea superiorità e prova la conclusione. Deve migliorare in rifinitura e lucidità, però se il buongiorno si vede dal mattino… fino alla chance finale di Situm, le occasioni più pericolose le aveva create proprio il numero 7. Qualche altro allenamento e qualche altra partita per vederlo al top. Sulla corsia opposta ha esordito da titolare pure Buso, uno degli acquisti più costosi. Nel suo caso il giudizio è sospeso: un tempo in campo con la squadra in difficoltà, in fase offensiva si è visto poco e niente (in concreto, solo all’inizio della transizione che ha portato al tiro Compagnon al 4’), in quella di non possesso si è sacrificato. Una bocciatura? La sostituzione all’intervallo ne avrebbe le sembianze, in realtà no: probabilmente deve ancora trovare i tempi e i movimenti adatti per partire dall’esterno sinistro di centrocampo, lui che l’anno scorso a Lecco si muoveva più avanti. Se riuscisse a individuare i codici giusti, le possibili associazioni con Biasci da quel lato del campo sarebbero molto interessanti. Come Buso, sono da rivedere anche D’Alessandro e Seck. Entrambi hanno mostrato segnali vivacità e qualità nella ripresa, vanno rivalutati sull’arco di un match intero. Ne avranno modo preso. D’Alessandro, entrato proprio per Buso, ha costretto Carissoni sulla difensiva e ha avuto sui piedi una palla gol non sfruttata, mentre Seck si è fatto notare per due o tre accelerate che hanno fatto sudare freddo i veneti: l’ex Toro sta migliorando in condizione e convinzione, ed è un corazziere da un metro e novanta che, sul lanciato, è difficile da contrastare. Sì, la svolta del Catanzaro può e deve passare dalle ali.