Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 22 Novembre 2024

Catanzaro, Polito tiene la barra dritta: "Caserta non è in discussione"

Un invito alla pazienza rivolto alla piazza. Alcune precisazioni sulla grande mole di lavoro compiuta – fra rinnovi, arrivi e partenze – nei due mesi di mercato che hanno portato la rosa a quota 29 elementi. La fiducia nei confronti del tecnico, perché la partenza in campionato sarà pure a rilento, le difficoltà sono evidenti, ma dopo «due stagioni e mezzo strepitose» erano normali che ci fossero, anche se non escludono che «ci aspettiamo di più e pretendiamo di più». Ciro Polito non si è nascosto e ha toccato tutti i temi che da settimane fanno discutere i tifosi. Il gioco, l’organico extralarge, la posizione di Caserta, la centralità di Iemmello e chi più ne ha più ne metta. «Pensieri positivi o negativi? Per ora sono medi», sottolinea il direttore sportivo per ricordare che sì, qualche punto in più non sarebbe stato male, ma non è tutto nero come si possa pensare anche perché l’obiettivo finale, «salvare e consolidare la categoria», è la cosa più importante, «ma magari in modo tranquillo» si può consolidare la categoria. Insomma, va tutto inquadrato in un contesto generale più ampio, obbligatorio soprattutto perché un torneo come la Serie B è lungo e molto complicato. Per questo motivo avere un gruppo da 29 elementi non significa essere oversize, ma cercare di bilanciare i rischi di arrivare corti nel clou della stagione, com’è successo allo stesso Catanzaro in quella passata: «Ci sono due calciatori per ruolo, in attacco qualcuno in più, una punta perché servivano altre caratteristiche, un esterno in più perché Brignola aveva quella situazione (il processo per calcioscommesse, da cui è stato recentemente prosciolto, ndr) e Compagnon si era infortunato, ma la gestione è semplicissima, basta avere rispetto ed essere chiari con i giocatori. Ora ci sono tante alternative che un anno fa non c’erano. Con La Mantia, per esempio, io sono stato chiaro e lui è un grande professionista». Il tecnico. Su Caserta, messo quasi in croce per l’assenza di gioco, Polito è altrettanto chiaro: «Subentrare dopo due stagioni strepitose per un allenatore non è mai semplice e non lo è cambiare radicalmente un’idea di calcio. Forse la squadra offende poco, non ha ancora segnato un gol neanche sui piazzati, che sono aspetto fondamentale, però è compatta e la vedo in crescita. Fabio ha potuto giocare due gare e mezzo con gli esterni offensivi, a Salerno è stata disputata una partita più attendista, magari noiosa, ma si sta cercando un’identità e io sono soddisfatto del lavoro svolto su una rosa che è stata certamente costruita insieme a lui, uno che varia anche in base alle caratteristiche dei calciatori che ha a disposizione. Preoccupato? No, io sono molto sereno, per come lo vedo lavorare, e lo è anche la proprietà. Senza risultati col Modena? Per me non è in discussione e penso che col Modena possiamo fare una grande partita. Io sono vigile e cerco di avere un confronto quotidiano, è come se fossi un collaboratore, anche se poi le scelte sono sue ed è lui a dover trovare gli equilibri». I rapporti. Rispetto a Magalini, suo predecessore, Polito è un ds completamente diverso. Uno di quelli cui piace stare in prima linea, che entra nello spogliatoio e – se necessario – sbatte i pugni: «Con i giocatori instauro sempre un dialogo. Le difficoltà maggiori? Quando sono arrivato erano in tanti in scadenza, ma rapidamente sono stati fatti i rinnovi o, come nel caso di Antonini che aveva richieste dalla A (il Lecce, ndr), l’adeguamento contrattuale giusto per uno che a gennaio era stato preso dalla C. Una volta che è finito il mercato, ho cominciato a osservare e qualche “entrata” l’ho fatta. Se vedo che qualcosa non va, trovo il pretesto anche per alzare i toni». Non è mancata una domanda su Iemmello: «Ci sta che in qualche gara sia stato sotto tono, però per noi è sempre al centro del progetto. Lo aspettiamo, sappiamo cosa può dare». Aspetta una svolta, Polito: «Nel mio mestiere prevale l’equilibrio, in B due partite trasformano le prospettive e penso che con una vittoria, magari fra le proprie mura, tutto possa cambiare».

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