Stare a sentire uno come Marco D’Alessandro non è mai tempo perso. Perché se parla uno con 150 gare di A e oltre 200 in B, in squadre importanti e con ruoli mai secondari, il minimo è prestargli l’attenzione che merita e la fiducia che chiede. Per sé e per il Catanzaro che vuole uscire al più presto da un momento delicato: «Non bisogna farsi prendere dall’ansia di avere tutto e subito, la pazienza è l’unico aspetto che ci può fare migliorare, anche se capisco le ambizioni di una piazza con ambizioni, calda, in cui è bello giocare. Il campionato è lungo, siamo all’inizio di un percorso con tanti giocatori nuovi, si ricomincia da zero dopo anni straordinari».
Lo dice con cognizione di causa, D’Alessandro, 33enne dall’ottimo passato all’Atalanta, a Cesena, nell’Hellas Verona e nel Monza che ha contribuito a riportare nella massima serie (e da cui è arrivato a Catanzaro con un contratto biennale). Sono fra le esperienze più significative di una carriera che un anno fra l’aveva portato in prestito al Pisa e che lo inducono a tirare fuori un paragone interessante per rafforzare la sua tesi di fondo: «A volte in un progetto ambizioso si passa da alcune fasi in cui bisogna avere pazienza senza fare il passo più lungo della gamba. Io ho avuto la fortuna di stare all’Atalanta, che ogni anno lottava per la salvezza e ora lo fa per la Champions. Questo significa costruire il progetto giusto, ma pure lì il presidente Percassi, ogni anno, parlava di raggiungere prima la salvezza per poi pensare ad altro. Lo fa anche adesso, ma magari ora solo per scaramanzia».
Secondo D’Alessandro il gruppo di Caserta è «forte, ha margini di miglioramento e giovani validi e di prospettive. La squadra, pur cercando ancora la sua identità, ha dimostrato in queste prime giornate che non si è mai disunita anche nelle difficoltà, si impegna e non molla mai, è un punto di partenza per crescere». In quale aspetto soprattutto? «Di sicuro nella fase offensiva, negli ultimi metri più che altro e nelle scelte, ma passiamo le giornate riguardando i video e l’unica maniera che conosco io per migliorare è il lavoro. Le prestazioni dei singoli migliorano con un gioco collettivo di buona se non ottima qualità».
D’Alessandro, 3 gare e una condizione in risalita, può muoversi dappertutto sulle fasce, finora è stato schierato da esterno sinistro di centrocampo: «Ho parlato tanto col mister e ho dato la mia disponibilità a ricoprire il ruolo che mi chiede nelle due fasi». Probabile lo farà di nuovo domenica col Modena: «È uno scontro diretto in casa, lo dice la classifica. Conosco il loro allenatore (Bisoli, ndr), ti fa giocare male, punta sugli errori degli avversari, quindi dovremo essere precisi e attenti sfruttando le occasioni. Senz’altro dovremo tirare più in porta rispetto a Salerno, altrimenti non fai gol».
D’Alessandro è stato il colpo last minute del ds Polito: «La possibilità di venire qui è nata davvero nelle ultime ore di mercato, ne ho parlato con la mia famiglia e ho accettato perché mi piace mettermi in gioco e sentirmi partecipe di un progetto, aiutare la squadra e i giovani in campo e fuori, con l’esperienza. E poi questa piazza ha entusiasmo, è raro giocare in un posto che porta così tanta gente anche in trasferta. Catanzaro è l’opportunità giusta». A 33 anni si può sempre essere protagonisti.
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