Tentare lo scatto seguendo una linea ben precisa. Il Catanzaro proverà a svoltare puntando di nuovo sul 3-5-2. Almeno come assetto di partenza. Se dovesse esserci la necessità di cambiare in corsa, il 4-4-2 o il 4-2-3-1 restano soluzioni praticabili, come si è visto (nel primo caso) durante il quarto d’ora finale della gara con il Modena, ma in questo momento l’assetto che garantisce una maggiore solidità e più equilibrio è proprio il 3-5-2 che Fabio Caserta ha riproposto, dall’inizio, nell’ultima partita prima della sosta. Nei primi 25 minuti contro gli emiliani, per esempio, quando i giallorossi non hanno creato chissà cosa, ma non hanno nemmeno tradito scompensi: si sono mossi discretamente, hanno concesso zero, le linee erano corte e alla prima occasione – un movimento a smarcarsi di Koutsoupias per ricevere da Bonini e successivo passaggio a D’Alessandro – hanno anche trovato l’eurogol di Situm. Situazione episodica di certo (una respinta di un avversario su un cross e ribattuta al volo del croato), però comunque un punto su cui lavorarci su. Nel senso che non tutto è da buttare. È chiaro che una volta incassato il pari del Modena il Catanzaro si è smarrito rischiando seriamente di capitolare, ma quei primi 25 minuti rimangono come base per ragionare su un rilancio non impossibile a patto di individuare la linea di galleggiamento più sicura. Come utilizzare nel 3-5-2 i tanti esterni offensivi che Caserta ha provato a inserire nell’ultimo mese e mezzo? Compagnon e D’Alessandro possono tranquillamente essere schierati da laterali di centrocampo, Situm lo è naturalmente, Ceresoli pure, Turicchia e Cassandro (più terzini) si possono adattare. Su Compagnon non possono esserci obiezioni: il “quinto” è stato il ruolo che ha ricoperto in gran parte della passata stagione con la Feralpisalò. D’Alessandro ha mostrato di essere perfettamente a suo agio con quelle funzioni proprio contro il Modena. Con quei due il Catanzaro sarebbe troppo offensivo? Situm è spendibile a destra o a sinistra come lo stesso e più difensivo Turicchia, mentre Ceresoli e Cassandro andrebbero uno a manca e l’altro a dritta. Logicamente qualcuno verrà sacrificato, ma se ne dovrà fare una ragione, magari provando a mettere in difficoltà l’allenatore durante gli allenamenti. Dove inquadrare Seck? Utilissima carta da spendere con il 4-4-2 o il 4-2-3-1, anche da laterale in un centrocampo a cinque con trazione iper offensiva o da seconda punta, ma in attesa di una condizione che gli permetta di reggere un intero incontro e convincere Caserta a dargli una chance dal via. Quanto alla difesa, le garanzie di Brighenti, Scognamillo, Antonini e Bonini sono già state messe sul tavolo: qualcuno ha registrato una o più defaillance, ma sono cose che capitano anche ai migliori. Pure il trio di centrocampisti può dare al tecnico l’assortimento completo: Petriccione più Pontisso e Pompetti o Koutsoupias, Coulibaly o Pagano al posto di una o di tutte e due le mezzali, in base alle esigenze, in un trio ci può stare chiunque senza soffrire come farebbe, invece, in una coppia di mediani. Davanti sgomiteranno perché sono in cinque, ma fra Iemmello, Biasci, Pittarello, La Mantia e Buso, c’è di tutto e di più. Farli rendere al meglio è l’obiettivo di questi giorni di sosta.