Nelle prossime cinque partite il Catanzaro deve capire di che pasta è fatto. Se è un giallorosso vivo e vivace oppure sbiadito come in certe partite. Non parte da zero, contro il Sassuolo o nel secondo tempo con la Cremonese ha dimostrato che può fare di più, quindi si può avere fiducia nella svolta, da venerdì alla successiva sosta per le nazionali di metà novembre, contro avversarie che al momento occupano le diverse zone della classifica (comunque molto corta). Si comincia col Bari in trasferta, poi Sudtirol in casa, quindi Pisa fuori nell’infrasettimanale, Frosinone al “Ceravolo” e Reggiana in Emilia. In cinque partite può succedere di tutto, anche risolvere pian piano i propri problemi. È ovvio che per uscire al meglio da questa cinquina ci sarà bisogno di tutto l’organico, dai veterani dello spogliatoio ai rinforzi più attesi, da chi può garantire esperienza ai più giovani, che per definizione portano freschezza e magari incoscienza.
Quindi sarà fondamentale il gruppo, lo stesso che ieri si è divertito in una grigliata con le famiglie a Giovino: prima l’allenamento mattutino concluso da una partitella a campo ridotto, poi il pranzo seduti ai tavoli piazzati ai margini del terreno di gioco. Un’abitudine degli anni passati voluta, pure questa volta, dagli stessi calciatori. E chissà che, come altre volte, non sia di buon auspicio. Di sicuro è una buona notizia il fatto che all’allenamento abbiano partecipato tutti, anche il recuperato Pagano. La trasferta di Bari, nell’anticipo di venerdì 18, sarà la prima, complicata insidia della cinquina. Al “San Nicola” sarebbe stato difficile a prescindere, figurarsi ora che i pugliesi si stanno rilanciando con sei risultati consecutivi e due vittorie nelle ultime quattro. I biancorossi hanno solo due punti in più del Catanzaro, ma puntano ai playoff e, rispetto a un anno fa, non fanno i conti con l’aria pesante di un tifo che pretendeva di lottare per la promozione diretta pur con un budget risicato. Il successivo ritorno in Calabria, domenica 27, metterà di fronte Iemmello e compagnia allo scorbutico Sudtirol, per adesso comodo in zona playoff dopo aver steso il Cosenza a domicilio. Gli altoatesini non conoscono mezze misure (quattro vittorie, quattro sconfitte), sono fisici e ruvidi come sempre. Pisa, tre giorni più tardi, la sera di mercoledì 30, sarà un viaggio simile a un triplo carpiato: in casa della capolista, in un turno infrasettimanale, contro una formazione che è passata dall’ambizione senza troppa sostanza di Aquilani alla sostanza senza fronzoli di Pippo Inzaghi. Otto su undici sono gli stessi di un anno fa, solo che ora vincono e volano.
L’altro ritorno a Catanzaro farà da sfondo (domenica 3 novembre) al rendez vous con Vivarini e il suo Frosinone, la big che finora ha avuto più problemi di tutti fra infortuni, assenza di gioco e risultati, tanto che sarebbe ultima se non fosse per la penalizzazione del Cosenza. I ciociari hanno comunque lo spessore per uscirne, quindi occhio a una partita durissima. La Reggiana, a quota nove, chiuderà la cinquina in Emilia prima della nuova pausa, domenica 10 novembre. Nello scorso campionato è stata la sfidante più indigesta (due sconfitte su due). A Reggio c’è un altro allenatore (Viali invece di Nesta), ma la stessa tenacia di chi si deve salvare. Al Catanzaro servirà di tutto. E soprattutto serviranno tutti.
Catanzaro, da ora in poi ci sarà bisogno di tutti
Le prossime cinque gare disegneranno il futuro
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