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Catanzaro: assetto, gioco, equilibrio. L’operazione rilancio entra nel vivo

E' iniziata la preparazione verso la sfida interna contro il Sudtirol

L’operazione rilancio avviata a Bari deve entrare nel vivo. Con una sola vittoria all’attivo il Catanzaro ha bisogno come il pane di un altro pienone. La classifica è così corta che un successo restituirebbe subito ai giallorossi una dimensione diversa, non solo per togliersi da quella posizione playout che occupano da un po’ e non rende merito alla qualità dell’organico. E alla bella prestazione sfoderata al “San Nicola”.
Ecco, per dare un senso all’1-1 ottenuto in Puglia, battere il Sudtirol al “Ceravolo” è una necessità assoluta, dopo quasi due mesi di pareggi e “pareggini” e con l’orizzonte occupato dalla ingombrante trasferta di Pisa, nella tana della capolista, per il turno infrasettimanale che si disputerà immediatamente dopo. Attesi in Calabria domenica pomeriggio (calcio d’inizio ore 15), gli altoatesini sono nell’obiettivo di Caserta che sta provando a raddrizzare la rotta poggiando su alcune semplici direttrici, ovviamente collegate: assetto, gioco, equilibrio, interscambiabilità fra titolari e alternative.
Il ritorno al modulo 3-5-2 con cui il tecnico aveva iniziato il campionato perché non poteva fare altrimenti era già stato consumato contro il Modena, prima della sosta, ma è stato a Bari che si è rivelato efficace e continuo nei 90’. È vero che in rosa ci sono tanti esterni offensivi, ma tre centrali difensivi e tre mediani sono in questo momento la soluzione migliore per coprire il campo e allungare la coperta da un lato e dall’altro del campo: in mezzo filtri e inserimenti, dietro la guardia di tre centrali e il supporto dei due “quinti” che possono tranquillamente fare bene le due fasi; davanti due punte una accanto all’altro. Altri devono sacrificarsi (come i terzini Cassandro e Turicchia, l’ala pura Seck), ma per adesso non conviene derogare – almeno a inizio gara – per il più offensivo 4-2-3-1. All’assetto è legato il resto, perché poi tutto dipende dall’interpretazione che si dà al modulo. A Bari il 3-5-2 è stato incisivo, verticale e orientato a dominare la gara. Il Catanzaro non c’è riuscito in tutte le fasi dell’incontro, ma ha chiuso con il 57% di possesso, più tiri degli avversari, e una costanza nel gioco che raramente aveva offerto nella stagione, forse solo con la Carrarese. Centralmente o sulle fasce, soprattutto dopo l’ingresso di D’Alessandro, i giallorossi hanno trovato tempi e modi per far male. Nelle corde al “San Nicola” non c’era solo l’unico gol segnato. Al di là delle occasioni create, hanno mostrato cose nuove: fino a quella gara Petriccione si era sempre abbassato fra i centrali difensivi per impostare dal basso insieme a loro e al portiere, ma in questa occasione è rimasto più alto e Caserta ha “alzato” anche Scognamillo per aggiungere sbocchi in uscita. La strategia votata al gioco non ha significato perdere equilibrio, che rimane il punto fermo di Caserta.
Qualche rischio c’è stato, però si è trattato soprattutto di transizioni degli avversari che hanno sfruttato un paio di corto circuito individuali (all’inizio del primo e del secondo tempo) o palloni recuperati forse commettendo falli non ravvisati dall’arbitro (dubbi gli interventi di Pucino su Biasci sul gol dell’1-0 e Dorval su Situm nella ripresa): nulla, comunque, di strutturale.
Individualità e sostituzioni sono le due facce della stessa medaglia, fra chi può incidere giocando titolare (Iemmello, Koutsoupias, Scognamillo, Pigliacelli per rimanere a Bari) e chi l’ha fatto subentrando (D’Alessandro, La Mantia, Pompetti, Coulibaly). È un’interscambiabilità che sarà fondamentale per il trittico di gare in una settimana contro Sudtirol, Pisa e Frosinone. Ieri pomeriggio, a Giovino, la ripresa degli allenamenti: terapie per Iemmello (niente di preoccupante).

 

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