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Catanzaro, due fattori per svoltare: vincere in casa e migliorare sui calci da fermo

Giallorossi finora in gol solo una volta su angolo e fermi all’unico successo interno ottenuto contro la Carrarese

Per aumentare la velocità il Catanzaro ha bisogno di tornare a vincere nel suo stadio. Finora l’ha fatto una volta soltanto contro la Carrarese il primo settembre: quella sera si pensava potesse cominciare qualcosa di meglio, invece da lì è arrivata un’involuzione che sembra essere stata superata con la trasferta di Bari. Ma il successo sui toscani rimane l’unico stagionale, quindi c’è un problema da risolvere.
Perciò battere il Sudtirol domenica pomeriggio, in una sfida molto complicata per la consistenza di un avversario sempre difficile da superare, inquadrerebbe meglio – e in modo positivo – i significati e i buoni aspetti registrati in Puglia. Ai quali è necessario aggiungerne altri, a partire dalla capacità di incidere di più e meglio sui calci da fermo.
Per una squadra che ha giocato cinque partite su nove in casa, i sei punti ottenuti finora davanti ai propri tifosi sono uno scarso e insufficiente bottino: al di là della sola sconfitta con la Cremonese, tra l’altro subita in extremis, le Aquile avrebbero dovuto fare di più contro la Juve Stabia e il Modena, quando si sono dovute accontentare di due pareggi che le hanno lasciate con una sensazione a metà fra il pericolo scampato e l’occasione mancata, perché in entrambe le occasioni si poteva perdere o vincere.
Insomma, quasi tutte le uscite casalinghe sono state un piccolo riassunto dei due volti del Catanzaro, addebitabili alla mancanza di continuità, nel gioco e nelle prestazioni, anche all’interno di una singola partita: così si spiegano l’attacco sterile, i gol con il contagocce e i risultati poco confortanti. Non è un caso se, quando sono riuscite a essere continue nel gioco, le Aquile hanno fatto il pienone. Né è stato casuale il pareggio in Puglia venerdì scorso, perché anche lì Iemmello e compagni hanno seguito il proprio piano (sempre giocando) nonostante lo svantaggio: così hanno trovato il pari meritato e sono andati vicinissimi al raddoppio.
Accanto a questa continuità su cui sta lavorando Caserta, è indispensabile aggiungere la capacità di saper sfruttare i calci da fermo. Questo torneo di B, più di quello dell’anno scorso, sta dimostrando quanto possano essere importanti questo genere di situazioni: escludendo due rigori, lo Spezia ha segnato quasi solo sugli sviluppi di angoli o punizioni (11 su 14) e rappresenta l’eccellenza assoluta per l’incisività di chi va a colpire e la bravura di chi batte (Salvatore Esposito, autore di cinque assist). Ma fra i liguri e il Catanzaro che ha fatto centro solo una volta sugli sviluppi di un angolo (La Mantia su assist di Pontisso contro il Modena), c’è una lunga schiera di squadre in mezzo, dal Modena (nove centri, fra cui uno ai giallorossi) alla Sampdoria passando per lo stesso Sudtirol, che ha colpito sei volte da fermo. Vandeputte frequenta altri paralleli, ma Pontisso soprattutto, Petriccione e Pompetti sanno battere bene. E non è che Caserta non abbia gente brava a colpire: di testa sono sempre pericolosi Antonini, Bonini, Scognamillo e pure Brighenti, nonostante sia appena a ridosso del metro e ottanta, va guardato a vista, senza dimenticare La Mantia e Pittarello o Iemmello, che un anno fa è andato a bersaglio quattro volte di testa (solo tre meglio di lui nella categoria, fra cui La Mantia) e in questa stagione ha freddato la Carrarese. Si può fare.

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