Lo striscione con la scritta “Caffo out” sempre presente. In casa come in trasferta. In questi mesi è stato il simbolo di una contestazione al presidente che va avanti senza soluzione di continuità. Pippo Caffo si è ormai abituato alle rimostranze degli ultras della curva Est, quasi non ci fa più caso e alle parole ha preferito i fatti. Ha fatto parlare il campo e la sua nuova creatura plasmata dal duo Meli-Facciolo è tornata a vincere, a convincere e far sognare il popolo rossoblù. Tutto ribaltato dall’estate all’autunno con il sole tornato a splendere sul “Luigi Razza”. Ora è lui a chiedere che quello striscione non venga rimosso: “Lasciatelo lì, portatelo ovunque e non lo togliete”, il messaggio indirizzato agli ultras. Il motivo? Prettamente scaramantico.
Tra il 2004 e il 2006 un’altra generazione di tifosi espose per due stagioni di fila un altro striscione famoso: “Gurzillo vattene”. Nel mirino era finito l’ex presidente, poi entrato nella storia per il primo, storico ripescaggio in Serie C.
Intanto a scuotere l’ambiente ci pensa adesso direttamente l’allenatore Michele Facciolo arrabbiato per i mugugni espressi al primo errore dei suoi da alcuni tifosi della tribuna ai quali evidentemente non piace il giro-palla che coinvolge sistematicamente il portiere così come vuole il manuale del calcio moderno. «Questo allenatore – ha spiegato – ha delle idee. Possono piacere o meno, io le porto avanti e dal pubblico non cerco consensi o giudizi ma sostegno nei confronti di questi ragazzi che in otto partite hanno perso solo una volta. Se non gli sta bene quello che proponiamo possono starsene a casa. Io devo fare contento il presidente e il direttore, il resto è un di più. Non si può criticare al minimo errore una squadra che entra in campo, costruisce dieci palle-gol e fa divertire i tifosi. La squadra bisogna aiutarla e sostenerla».
La Scafatese, ad esempio, è finita al tappeto travolta dal gioco e dal coraggio dei rossoblù di non sprecare mai un pallone. «I primi due gol – ha commentato Facciolo – sono stati un capolavoro dei ragazzi ma abbiamo creato cinque o sei palle-gol nitide e il risultato finale poteva essere più pesante». Elogi per i due mattatori Alagna e Terranova, piena fiducia pure in Simonelli e Berardi: «Sono mancati non nell’impegno ma nella finalizzazione. Spero che insieme a Marras arrivino a sboccarsi perché questo è probabilmente quello che gli manca».
In copertina il baby portiere classe 2007 Fabio Marano, al debutto tra i grandi: «Questo ragazzino – ha sottolineato il tecnico – è già un periodo che si allena con noi, ha delle prospettive interessanti ed è sveglio. È andato benissimo e sembra già un over».
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