Un peso che grava sulle spalle. Quasi due mesi senza una vittoria sono la zavorra che frena il Catanzaro e ne limita anche il giudizio sui progressi mostrati nella partita di Bari. Depotenzia la fiducia in se stessi e riduce l’angolo con il quale valutare le prospettive future. Cominciata dopo il successo con la Carrarese, la striscia di cinque partite senza brindare ha la stessa funzione di un tappo su una bottiglia di “bollicine”: può essere bella quanto vuoi, ma è il contenuto l’importante e se resta dentro serve a poco o niente. In questo scontro fra opposti, e cioè fra chi pareggia di più (sei volte, alla pari del Bari) e chi non lo fa mai, l’impressione è che se i giallorossi esplodessero oggi contro il Sudtirol ne gioverebbero anche nelle prossime gare.
Sulla carta, ne possiedono tranquillamente tutte le proprietà: esperienza, qualità, assortimento di caratteristiche e quindi di soluzioni, anche se per la sfida agli altoatesini, la prima di tre in una settimana che li porterà a Pisa (mercoledì) e poi di nuovo in casa con il Frosinone (domenica prossima), il tecnico Fabio Caserta deve lasciare per squalifica il posto in panchina al suo vice Sammy Accursi. Proveranno a sbloccarsi grazie alla spinta del “Ceravolo” di cui ieri, prima della rifinitura, hanno avuto un gradito, rumoroso, colorato assaggio con il raduno organizzato dagli Ultras Catanzaro a Giovino.
Mille. I cori e le voci di un migliaio di tifosi ha bilanciato la bocca chiusa dell’allenatore, che stavolta ha preferito evitare la classica conferenza stampa pre-partita e si è concentrato esclusivamente sul lavoro di campo.
Considerando il trittico di incontri ravvicinati, non sono da escludere ulteriori variazioni alla formazione titolare, ma forse contro il Sudtirol al coach quarantaseienne conviene basarsi ancora su gran parte degli interpreti che hanno iniziato il match con il Bari. La Mantia al posto di Biasci sembra essere l’unica non forzata novità dall’inizio: non è una bocciatura nei confronti dell’attaccante toscano, ma è il premio per la condizione crescente del centravanti arrivato l’ultimo giorno di mercato, che negli ultimi due scorci di gara ha tirato fuori un gol (al Modena) e un assist (per Iemmello con il Bari).
La seconda novità è obbligata perché Compagnon si è fermato per una botta e ieri si è allenato a parte: il suo forfait apre la fascia destra a Situm e quella sinistra a D’Alessandro, anche se fra Seck, Cassandro, Ceresoli e Turicchia le soluzioni e le caratteristiche alternativa da utilizzare non mancano.
Caccia al bis
Iemmello ha colpito il Bari e l’anno scorso aveva firmato l’unico gol del blitz a Bolzano. Proverà a ripetersi anche creando, con i suoi movimenti, gli spazi per gli inserimenti delle mezzali: Coulibaly e Pompetti scalpitano, ma non pare esserci ragione di modificare il terzetto formato da Petriccione in regia, Pontisso e Koutsoupias (pure lui in forte crescita) a supporto.
Dietro potrebbe essere confermato il trio composto da Brighenti, Scognamillo e Bonini, con il centrale napoletano che un anno fa giocò una grande gara contro l’armadio Odogwu («Il più duro da marcare», disse poi “Scogna”). Il Sudtirol è meno granitico dello scorso torneo: segna di più (13 reti), parte forte (tre gol nei primi 15’) e finisce altrettanto bene (quattro volte a bersaglio negli ultimi 15’), ma 14 centri al passivo non sono pochi, la sua area non è off limits.
Dall’altro lato, è un avversario che crea tante difficoltà anche in posizioni più alte del campo, perché sporca parecchio le azioni altrui come dimostra il numero di intercetti (90), nessuno più dei bolzanini. Serviranno massima attenzione e minimi errori. Ma la bottiglia, in un modo o nell’altro, va assolutamente stappata.
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